Una giornata da ricordare per i diritti LGBT.
Un tribunale bulgaro si è infatti pronunciato a favore di una coppia di donne, che si sono sposate in Francia nel 2016 e che hanno deciso di vivere in Bulgaria. Da donne sposate. Cristina Palma è australiana, mentre sua moglie Mariama Diallo è francese. Nel 2017 a Cristina è stato negato un visto di mobilità familiare da parte del Ministero degli Interni bulgaro, anche se sposata con una cittadina dell’Unione Europea. Il ministero sostenne che non poteva concedere il visto a Cristina perché la Costituzione bulgara non consente il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Peccato che la Bulgaria sia un paese dell’UE, quella stessa UE che ha stabilito come ogni cittadino abbia diritto alla mobilità familiare all’interno dei Paesi che ne fanno parte. Questa regola si applica anche se il coniuge non è un cittadino dell’Unione europea. Ed è qui che entra in gioco il caso di Cristina e Mariama. Le due donne hanno trascinato il Ministero in tribunale, con la Corte amministrativa della città di Sofia che ha dato loro ragione, replicando un analogo caso recentemente diventato realtà in Romania.
“Sono felice di poter celebrare non solo il mio diritto di vivere in Bulgaria, ma anche il diritto per ogni coppia dello stesso sesso di esercitare il proprio diritto alla mobilità all’interno dell’UE“, ha detto Cristina dopo la sentenza. La legge bulgara non autorizza il matrimonio egualitario nè l’adozione per le coppie LGBT, ma questa sentenza ha dato giustamente fiducia per il futuro alle associazioni LGBT bulgare.
“Questa è una buona notizia per il movimento LGBTI che lotta per il riconoscimento legale in Bulgaria“, ha dichiarato Veneta Limberova, presidente della Youth LGBT Organization Deystvie. “Questa decisione è di fondamentale importanza per noi, in quanto comunità, perché dà speranza a tutte le coppie dello stesso sesso, indipendentemente dalla loro cittadinanza, che le loro famiglie saranno riconosciute in Bulgaria“.
Cristina e Mariama vivono ora in un villaggio chiamato Palamartza, a circa 300 km a est di Sofia. Il sindaco di Palamartza, Georgi Georgiev, ha personalmente dato loro il benvenuto, sottolineando come la loro presenza aiuterà l’intero paese ad una maggiore apertura nei confronti delle persone LGBTI.
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