ROMA – Se la moglie scappa con un’altra donna, la colpa della separazione è sua. Il tradimento saffico è motivo di addebito nella separazione, perché fattore “dissolutivo della convivenza” ed elemento “lesivo dei sentimenti” dei figli. Lo sottolinea la Cassazione affrontando il primo caso di separazione giustificata da un legame omosessuale.
La Suprema Corte ha respinto il ricorso di Anna G. contro la decisione della Corte di Appello di Palermo che, nel 2001, le aveva attribuito la colpa per la fine del menage familiare dal quale erano nate tre figlie. Era stata proprio lei a chiedere la separazione, nel 1997, da Settimo D., professionista palermitano, sposato da 21 anni e dal quale aveva avuto tre figlie: lo accusava di essere uno “sciupafemmine”. Nel corso della causa era invece emerso che Anna aveva perso la testa per una ex compagna di scuola di una delle sue figliole.
Sono state le stesse figlie, un po’ traumatizzate, ad ammetterlo e anche un parente di Anna, in giudizio, disse di aver avuto sentore del rapporto clandestino.
Alla fine dell’istruttoria la colpa fu addossata interamente ad Anna: le figlie vennero affidate al marito che ottenne anche il diritto a vivere nell’appartamento coniugale.
Anna voleva dall’ex marito duemila euro al mese, più la casa. Adesso dovrà pagare 3.100 euro di spese processuali.
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