L’assassino torna sempre sul luogo del delitto: tre anni dopo “Quanti padri di famiglia” Flavio Mazzini torna a parlare di prostituzione maschile, stavolta con una commedia teatrale.
Sottolineiamo commedia. Perché, per una volta, non siamo più in strada di notte al freddo, in mezzo ai pericoli e a ogni sorta di degrado, ma in un ambiente gioioso dove il pubblico si potrà divertire, come in fondo si divertono anche i prostituti.
Si divertono?Sì, ma non intendo sessualmente. Si divertono perché la loro è una vita movimentata, piena di sorprese. I pericoli ci sono, non lo nego, ma sono molte di più le situazioni assurde.
In quanti padri ce n’era un catalogo intero…
Qui ho dovuto ridurle per questioni produttive: avevo cominciato a scriverla con dieci personaggi, di cui sette clienti. Per non sacrificare i due prostituti, il cui rapporto era per me il vero centro narrativo, sono “morti” un po’ alla volta molti clienti, si sono fusi uno nell’altro, riducendosi anche essi a due in tutto.
Ma perché tutto questo interesse per la prostituzione?
Perché a me interessa mostrare la realtà, e sempre il più possibile “dal di dentro”, con tutti i suoi aspetti paradossali. Di prostituzione si parla fin troppo, ma sempre “dal di fuori”, quasi si guardassero animali rari che suscitano curiosità ma vanno tenuti a distanza per non esserne contaminati: un’ipocrisia simile a quella dei padri di famiglia o dei preti che di nascosto pagano i ragazzi. I quali invece sono persone comuni che, terminato il lavoro, smettono la maschera e vivono una vita “normale”.
I veri mostri sarebbero i clienti…Personaggi perfetti per un Sordi o un Tognazzi, spesso dalla doppia vita, irrisolti e fragili, oppure subdoli e spietati, goffi nel tentativo di ingannare se stessi prima che gli altri. Per loro il prostituto recita con grande professionalità la propria parte: diviene amante, consigliere e spalla su cui piangere, accoglie, porge orecchio e stabilisce la diagnosi, fingendo di credere a ciò che l’altro racconta per dargli ciò di cui ha realmente bisogno,
Ma il sesso?
E’ solo uno dei tanti aspetti del mestiere e talvolta nemmeno dei più importanti. In quello che – in fondo – è un lavoro come un altro, conta di più l’intelligenza. E, per alcuni, anche dignità e lealtà.
Una provocazione: mettendo in scena solo uomini che fanno sesso con uomini, non si rischia di essere un po’ misogini?Per niente. Anzi, credo che chi si divertirà davvero saranno le donne, ancora più dei gay. Si sentiranno protagoniste proprio guardando per una volta da spettatrici i loro uomini che fanno i conti con se stessi, tra equivoci, menzogne e inganni.
Una commedia scoppiettante che necessita di interpreti adeguatiUn paio di ruoli sono già assegnati ad attori a mio avviso straordinari, ma altri due sono ancora vacanti. Anzi, se per caso qualcuno di voi conosce (o crede di essere) un attore vero per il ruolo del prostituto più giovane – carino, ma non necessariamente bellissimo, basta che sia molto bravo – oppure di un cliente, si affretti a scrivermi a nottiguai@hotmail.com, sempre considerando che prove e spettacolo di aprile si svolgeranno a Roma. Se poi c’è anche qualcuno interessato a portarlo in giro per l’Italia, ben venga. Così come sono bene accetti, non serve dirlo, eventuali sponsor… Credo che possa servire un po’ a tutti, visto che è una commedia che potrebbe fare un bel po’ di chiasso
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