Il forte feeling tra Paola&Chiara ed il mondo gay è noto, tant’è che nel 2001 la loro Viva el Amor è diventata l’inno del Gay Pride, e che il 30 Dicembre scorso Chiara ha deciso di presentare il suo nuovo singolo, Nothing at all, in esclusiva nazionale proprio all’Alien di Roma, nella serata gay organizzata dal Push e, per l’occasione, dal Bears in Rome.
Chiara ha così presentato alla comunità gay romana, e non solo, la sua nuova e bellissima creatura musicale. Il nuovo singolo uscirà in tutti i negozi di dischi il 15 gennaio, ma è già disponibile su iTunes e per i clienti della compagnia telefonica 3.
Al di la della promozione ad un nuovo singolo, il progetto è più ambizioso: aiutare gli orfani del Malawi. I proventi delle vendite del singolo andranno, infatti, interamente devoluti in beneficenza all’organizzazione Raising Malawi. La comunità gay, generosa com’è, sarà vicina e sosterrà, ne sono certo, questo importante progetto, che nasce dal cuore di una grande artista, dopo un periodo di crisi personale e di un viaggio che le ha fatto conoscere una delle organizzatrici di Raising Malawi.
Noi abbiamo incontrato la cantante nel pomeriggio, prima della sua esibizione all’Alien, nella meravigliosa cornice del Boscolo Hotel di Via Veneto. Occhialoni enormi che le coprono quasi del tutto il viso, maglione di lana sofficissimo bianco latte, un po’ come il colore della sua pelle, e morbidissime scarpine di pelle senza tacco. È una Chiara con il cuore in mano quella che incontriamo.
Com’è nata l’idea di scrivere questo singolo ‘Nothing at all’?
Io ho scritto, come mi succede abitualmente, questo pezzo in maniera del tutto naturale questa estate. Arrivava dopo due anni di sosta, dopo la raccolta seguita alla nostra partecipazione a Sanremo nel 2004. Una sosta avvertita come necessaria dopo dieci anni di attività in cui non ci siamo mai fermate, in cui siamo uscite per tante estati di seguito. Avevamo bisogno in qualche modo di ricaricare la nostra creatività. E questa estate è nata Nothing at all, in inglese, in maniera inaspettata, senza averla programmata.
Da cosa è nata l’esigenza di legare questo singolo ad una iniziativa benefica quale quella di Raising Malawi?
Questa estate ho viaggiato molto, ero in un momento di crisi personale, sono stata negli Stati Uniti e lì ho incontrato ad un seminario che stavo seguendo con alcuni amici, una delle responsabili di Raising Malawi. Ho avuto modo di conoscerla, mi ha fatto vedere dei filmati sul Malawi, sulla funzione della loro organizzazione, e ne sono rimasta molto colpita. Probabilmente anche io, rispetto al passato, stavo cercando delle motivazioni più forti che mi spingessero ad andare avanti nel mio mestiere. Fare musica non è, infatti, solo fare un disco, andare in classifica, fare dei concerti. A volte per dare un senso alla tua vita, anche se fai un mestiere straordinario, hai bisogno di un qualcosa in più che ti dia la spinta per dare qualcosa di più, ed in questo incontro con la responsabile di Raising Malawi ho trovato un terreno diverso rispetto al passato.
Perché hai deciso di non condividere questo progetto con la tua metà storica, Paola?
Ma perché questa canzone…
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Perché hai deciso di non condividere questo progetto con la tua metà storica, Paola?
Ma perché questa canzone nasce da un esperienza molto personale che ho vissuto da sola. Paola stava vivendo altre situazioni, era in giro con altre persone, anche lei ha fatto molti viaggi, è stata ad Ibiza. Le nostre canzoni sono nate in gran parte dalla ricerca, dai nostri viaggi, che solitamente facciamo insieme. Questa estate, invece, abbiamo vissuto esperienze differenti, a causa soprattutto di episodi di vita privata.
I fan di Paola&Chiara non hanno motivo di preoccuparsi, nessun vostro scioglimento?
Assolutamente, non ho intenzione di lasciare Paola, anzi, io e lei abbiamo un rapporto simbiotico, un equilibrio molto forte, anche se dopo un mio periodo di crisi personale avevo bisogno di cercare un sostegno in qualcosa di diverso, e l’ho trovato in questa importante iniziativa benefica.
A quando il vostro prossimo lavoro insieme? Regali ai nostri lettori delle anticipazioni sul vostro nuovo album?
Non posso (ride, ndr), perché per parlare del nuovo album vorrei essere con Paola.
Insisto!
Ti dico, secondo me è il disco più bello che abbiamo scritto, però è diverso dagli altri. E’ un disco pop, con influenze anni ’80, dance, new wave, ci sono parecchi pezzi in inglese, ed anche una canzone scritta da Tiziano Ferro per noi che si chiama Paola&Chiara.
Alla fine ci hai dato più di qualche anticipazione! Tiziano Ferro ama le icone gay: Paola&Chiara, la Carrà, anche a lei ha dedicato una canzone. A proposito, a Carrà come stai messa?
Non ci ha chiamato mai a cantare per lei, ma rimane il massimo rispetto per Raffaella!
Una canzone della Carrà che ami in particolare?
(ride di gusto prima di rispondere, ndr) …com’è bello far l’amore da Trieste in giù…
Tornando al vostro repertorio, le vostre canzoni parlano d’amore, spesso in versione dance, altre volte con un ritmo più lento. Quale delle tue canzoni è stata ispirata più di tutte da una persona che hai amato?
Nell’album Blu ci sono molte canzoni ispirate e dedicate ad una persona che ho amato: Senza Confine, Sexy e Naturale.
Una canzone su tutte del vostro repertorio che ami particolarmente?
È una domanda difficilissima, perché per me ogni canzone è riferita ad un periodo preciso della mia vita. Forse Anni Luce (contenuta nell’album Television, ndr). Poi, tendi sempre a ricordare le più recenti, perché sono quelle che, essendo canzoni autobiografiche, ti riguardano di più nel momento contingente. Amo Vamos a Bailar che ci ha regalato il successo internazionale, e che parla d’amore; come la mia ultima Nothing at all perché ritengo che l’amore sia un confronto necessario, niente come l’amore ti mette di fronte a te stesso e ti mette in discussione. L’amore serve a crescere, ad evolversi.
Se dovessi dedicarne una ai lettori di Gay.it?
Beh, Viva el Amor, perché è stato l’inno del Pride del 2001 e perché ho dei bellissimi ricordi del Pride di quell’anno, un anno in cui l’affetto con la comunità gay è cresciuto tantissimo. Lo ricordo davvero come un bellissimo momento di comunione.
A modo mio, davvero splendida canzone sanremese, è stata ingiustamente eliminata al primo turno. Il festival con voi è stata inclemente, perché secondo te?
Una spiegazione a questo ancora non te la so dare. So che musicalmente io e Paola diamo l’anima. Però certi meccanismi uno non riesce a capirli fino in fondo. Devo dirti che l’esperienza sanremese è stata abbastanza brutale nei nostri confronti. Noi abbiamo trovato il nostro pezzo su internet una settimana prima della gara, e non sappiamo ancora chi sia stato a farlo. Questo, ovviamente, ci ha penalizzato ed ha permesso la nostra eliminazione. Penso che io e Paola siamo sempre state delle teste indipendenti , e da un lato questa cosa può non essere stata sempre ben accettata.
Come la canzone ed il video di Kamasutra, criticato, censurato dai perbenisti ed i bigotti, tanti, di questa nostra Italia?
Noi sentiamo quello che sentiamo di fare, ed eravamo perfettamente coscienti del fatto che la televisione italiana non fosse particolarmente pronta per accettare un video di quel genere. Così abbiamo deciso di lanciarlo sul web, anche per difendere il messaggio, perché non ci sentivamo di darlo troppo in pasto ai media, perché avrebbero banalizzato il nostro messaggio rendendolo pornografico, piuttosto che teso a dare un messaggio preciso alle persone. Non volevamo essere fraintese e, quindi, abbiamo preferito un pubblico più intellettuale e selettivo, più preparato a questo tipo di messaggio, come i lettori di Gay.it.
Grazie Chiara
Grazie a voi ed un augurio di buon anno a tutti i vostri lettori.
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di Michele Sabia
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