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Coronavirus, le persone LGBT sono più vulnerabili?

Tre le ragioni che rendono le persone LGBT più vulnerabili al COVID19. L’allarme lanciato da 100 organizzazioni LGBTQ.

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2 min. di lettura

Le persone LGBTQ sarebbero più vulnerabili al coronavirus per tre motivi. L’11 marzo scorso, oltre 100 organizzazioni LGBTQ USA hanno inviato una lettera aperta ai fornitori di servizi sanitari e ai media d’America per renderli consapevoli del fatto che le persone LGBT sarebbero maggiormente a rischio di contrarre il coronavirus.

Il Dr. Scout, vicedirettore della National LGBT Cancer Network, afferma: “Con l’aumentare della diffusione del nuovo coronavirus a.k.a. COVID-19, molte persone LGBTQ + sono comprensibilmente preoccupate di come questo virus possa influenzare noi e le nostre comunità. Il sottoscritto desidera ricordare a tutte le parti che gestiscono la sorveglianza, la risposta, il trattamento e la copertura mediatica di COVID-19 che le persone LGBTQ + sono tra i soggetti più vulnerabili“.

Tre, a suo dire, i fattori specifici.

“La popolazione LGBTQ + utilizza tabacco a tassi superiori del 50% rispetto alla popolazione generale”. “COVID-19 è una malattia respiratoria che si è rivelata particolarmente dannosa per i fumatori”. Le persone LGBTQ sono più a rischio, continua la lettera, perché la nostra comunità ha tassi più elevati di HIV e cancro, “il che significa che un numero maggiore di noi può avere un sistema immunitario compromesso, rendendoci più vulnerabili alle infezioni COVID-19”.

Il terzo e ultimo fattore che rende le persone LGBTQ più vulnerabili, insiste la lettera aperta, è perché “continuiamo a subire discriminazioni, atteggiamenti indesiderati e mancanza di comprensione da parte dei fornitori e del personale in molti contesti sanitari. Di conseguenza, molti sono riluttanti a cercare assistenza medica, tranne in situazioni che si sentono urgenti, ma evidentemente tardive”.

In conclusione la lettera chiede a tutte le persone coinvolte nel sistema sanitario di “garantire che la nostra comunità LGBTQ + sia adeguatamente servita durante questo focolaio”. L’epidemia di coronavirus è stata etichettata come pandemia dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) all’inizio di questa settimana. Il capo dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha rivelato che il numero di casi di coronavirus al di fuori della Cina è aumentato di 13 volte in due settimane, dicendosi “profondamente preoccupato” dai “livelli di inattività allarmanti” in tanti, troppi Paesi d’Europa.

L’Italia tutta, da giorni ormai, è in quarantena. La Francia ha deciso di chiudere tutte le scuole, la Germania ancora tentenna e la Spagna si prepara all’autoisolamento come il Bel Paese. Boris Johnson, primo ministro britannico, ha preferito non agire, per il momento. Così come Donald Trump, che dopo aver schernito il Coronavirus definendolo una semplice influenza si è barricato in casa, fermando tutti i voli da e per l’Europa (Regno Unito escluso).

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One thought on “Coronavirus, le persone LGBT sono più vulnerabili?

  1. In parallelo alla prudenza ed auto responsabilità che ha ognuno della nostra ” comunità'” nel prevenire e preservarsi dal virus dell”HIV , cosi’ dobbiamo fare per questa pandemia attenendoci rigorosamente ai pochi dettami della prevenzione :con maggiore attenzione sicuramente.

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