Intervistato da Rolling Stone Italia, Gué Pequeno ha così spiegato il suo scarso apprezzamento nei confronti di Ghali, da lui in passato definito un ‘fake’.
Lascia stare guarda, per averlo detto ho ricevuto attacchi da bambine di otto anni su Instagram: “Non ti azzardare a dire che è un fake”. Bambine di otto anni, capisci? È incredibile. Va beh, questi non hanno Hannah Montana, non c’è più nemmeno la techno per i truzzi. Oggi nei quartieri c’è il neomelodico oppure c’è il trap che è comunque melodico, perché la melodia è nel nostro Dna. Quindi il mio giudizio su Ghali era riferito a questo: un artista che va in giro vestito da confetto può andare bene per una sfilata ma non ha grande credibilità di strada. Cioè non è Stormzy: il tipo in Inghilterra non va in giro vestito da ananas. Io non sono razzista né omofobo ma vedere un rapper che va in giro vestito da donna con la borsetta mi fa ridere, che poi almeno fosse gay. Boh, sono robe assurde.
Apriti cielo, perché la polemica ha immediatamente preso piede, con Pequeno accusato sui social di omofobia e di maschilismo tossico. L’uscita, va detto, è stata a dir poco infelice, come se il politicamente scorretto a tutti i costi dovesse velatamente lambire la discriminazione dura e pura. Come se fosse ‘normale’, per un omosessuale, vestirsi da ‘confetto’ e andare in giro con le borsette da donna. Possibile che Achille Lauro, in questi ultimi mesi, non abbia insegnato proprio nulla a costoro che vedono unicamente bianco o nero? Costantino della Gherardesca, via social, ha però voluto prendere le difese di Pequeno, attaccando i suoi critici e chiunque l’abbia accusato di omofobia.
Ho visto una cosa abbastanza spiacevole stamattina: la gogna su vari blog e social network contro Guè Pequeno. Cosimo (questo il suo vero nome) è stato accusato di omofobia; chiacchierando con un giornalista pare che abbia detto che Ghali è più vicino all’ambiente della moda che a quello dei musicisti grime londinesi (Ghali, che sicuramente è una persona carina ma che non conosco, stava con una nota fotomodella e si veste sempre con vestiti molto colorati e radicalmente diversi dal look minimal degli artisti inglesi come Skepta, Stormzy, PMoney o Novelist). Come troppo spesso accade nella volitiva sfera dei social media è passato un messaggio sbagliato, direi addirittura una menzogna, e cioè che Guè Pequeno è omofobo. Non è vero e spero che vista la mia storia mi crediate. Io, contrariamente a tanti personaggi pubblici italiani, ho dichiarato la mia omosessualità dal primo giorno che sono andato in televisione. Prima ancora, quando ero un ragazzino, vivevo a Londra dove andavo in giro con tacchi (fatti dallo stesso tipo che li faceva per Leigh Bowery), ombretto, unghie dipinte, capelli tinti e orecchini pendenti. Per non parlare dei vestiti! Questi nuovi look “gender fluid”, come quelli del mio amico Achille Lauro, per me non sono una novità (sono più vecchio, allora ero più giovane e magro e me li potevo permettere). Una volta rientrato in italia ho partecipato a tutte le manifestazioni per le unioni civili prima ancora che si chiamassero “unioni civili”, mi sono sempre schierato in prima linea beccandomi insulti e minacce, ma non me ne fregava nulla, dovevo dire la mia verità: “noi omosessuali pretendiamo di avere gli stessi identici diritti di tutti gli altri cittadini”, e questa cosa andava riconosciuta dalla legge. Conosco molto bene il mondo e la cultura LGBT+, conosco la letteratura, il cinema (da John Waters a Fassbinder), la filosofia (da Foucault a Judith Butler) e vi chiedo di credermi quando vi informo che Gue Pequeno NON E’ OMOFOBO. Alcuni di voi mi crederanno, altri preferiranno credere ai giornalisti e blogger che hanno ripreso questa “notizia” sulle loro sensazionalistiche testate online. Ci tenevo a condividere questa informazione, perché non amo il meccanismo della gogna, lo trovo violento e spesso frutto della distorsione delle informazioni. Un abbraccio a tutti.
Beh chiunque abbia un pò di sale in zucca sa distinguere tra persona omofoba e dichiarazione omofobica. Anche a chi non ha una mentalità da omofobo può capitare di fare una dichiarazione omofobica. L'affermazione che lega borsetta e omosessualità evoca uno stereotipo omofobico; che chi l'ha fatta, cioè Gue Pequeno, sia omofobo, non lo so. Immagino che Costantino Della Gherardesca abbia in mente la distinzione tra persona con mentalità omofobica e persona non omofoba che ha fatto una dichiarazione omofobica.