Caro don Narciso, aprirei con una mia curiosità, rivolta anche ai lettori non credenti: nelle nostre manifestazioni da tempo partecipano gli atei e i gruppi che promuovono lo ‘sbattezzo’ e pure sul Venerdì di Repubblica è apparso un articolo in merito. Ma è possibile sbattezzarsi?
Propriamente parlando no, perché allo ‘sbattezzato’ resta comunque aperta la porta della riconciliazione in qualunque momento lo vorrà. Il gesto di rinunciare al sacramento ricevuto da bambino, quindi non cosciente, ha un valore puramente anagrafico: segnala il desiderio di non essere più considerato fedele della chiesa cattolica. Ovviamente in avvenire non potrà essere padrino di battesimo, di cresima o di matrimonio.
Hai parlato di ‘incoscienza’ del battezzato…
Il battesimo degli ‘infantes’ non era previsto nell’antichità. I bambini sani si battezzavano non prima dei quattro o cinque anni, ma il motivo era che dovevano avere una relativa autonomia di movimento per entrare e uscire dalla vasca battesimale degli appositi e magnifici battisteri dopo aver rinunciato al diavolo con gesti drammatici e sputandogli contro. Ricevevano subito anche Cresima e Comunione, senza ovviamente capire un granché. Ma il vero significato di questi sacramenti nemmeno noi anziani preti possiamo vantarci di averlo capito in tutta la sua profondità…
In un colpo solo tutti i sacramenti!
I bambini li ricevevano presto anche all’inizio del secolo scorso, per volontà di Pio X. Era una fede molto formale, con confessori impietosi che poi, quando li ritrovavano adolescenti dediti alla masturbazione, li minacciavano: “O smetti… o vai all’inferno”. Così ecco che molti giovani abbandonavano la pratica religiosa, una tragicommedia descritta benissimo da Fellini. Ora il matrimonio prevede anche la comunione degli sposi, che devono aver ricevuto il sacramento della confirmazione. Con confessione entrambe le volte. Si assiste così allo ‘spreco’ di molti sacramenti da parte di persone non credenti. La Chiesa fa finta di niente, basta che si rispetti l’ordine stabilito, e il matrimonio canonico continua ad essere considerato l’ideale per tutti. Ma un ideale di che tipo?
Ritorna il Don Narciso polemico nei confronti di gerarchie troppo formali…
In questi giorni ho a lungo meditato il capitolo 10 del vangelo di Giovanni, in cui Gesù parla del buon pastore e degli pseudopastori (o pastori mercenari) a cui la sorte delle pecorelle interessa poco e che d’altronde le pecorelle non riconoscono e non seguono. Curiosamente una parabola tanto diafana non è stata capita subito nemmeno dai discepoli e oggi ritengo che non le si presti la dovutaDio ha creato gli uomini con istinti animaleschi per la continuazione della specie. I metodi a Lui non interessano troppo attenzione. Spesso infatti le pecorelle smarrite vengono allontanate e private di una comunione che per Gesù è essenziale. Nella Genesi era stato detto ai progenitori “non mangiare da questo albero”. Nel Vangelo al contrario l’invito è :“Prendete e mangiate”, ma alcuni pastori si ostinano ad opporsi con regole applicate senza misericordia.
Un lettore segnala anche alcuni episodi biblici in apparente contraddizione con l’odierna morale della Chiesa: i figli incestuosi di Giuda (Genesi 38), ad esempio.
Ma ce ne sono quanti ne vuoi! Abramo, il grande amico di Dio, finì a letto con la serva di sua moglie Sara, su esplicita richiesta di questa, per generare Ismaele (capostipite degli islamici); solo in seguito da Sara ebbe Isacco (capostipite degli ebrei). Sempre Abramo presenta in Egitto la moglie come sorella, temendo di essere ammazzato a causa di essa, e permettendo che il faraone la conducesse nel proprio harem. Giuda, figlio di Giacobbe, non avendo eredi dai propri figli, giace con la furba nuora Tamar (travestita da prostituta), che gli darà Zara e Fares, antenato di Cristo. Davide genera Salomone da una donna sottratta al marito che lui ha ordinato di uccidere in guerra. Salomone, adulterino, è un altro antenato di Cristo. Ma tutto questo non ha importanza, perché Dio ha creato gli uomini con istinti animaleschi proprio per la continuazione della specie. I metodi a Lui non interessano troppo. Dio è un gentiluomo e non osserva gli uomini dalla cintola in giù.
Don Narciso è un vecchio prete romano, come ce ne sono tanti, cosciente di aver sempre voluto seguire il messaggio di amore di Cristo, anche quando è in disaccordo coi vertici della Chiesa e con la loro crescente omofobia. Ha accettato, pur mantenendo uno stretto anonimato, di aprire un dialogo con i lettori di Gay.it. Chiunque sia interessato, può scrivere a Flavio Mazzini, che gli rivolgerà tutti i vostri pensieri e le vostre domande.
di Flavio Mazzini
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