No, non siamo ancora arrivati al 1 aprile.
Donald Trump e il suo staff amministrativo vorrebbero depenalizzare l’omosessualità su scala globale. L’inattesa iniziativa ha preso vita la scorsa notte a Berlino, per volere dell’ambasciatore statunitense in Germania Richard Grenell, ovvero la persona più apertamente gay dell’amministrazione Trump (è sposato con Matt Lashey, ndr).
Secondo quanto riportato da Gay Star News, “gli sforzi della Casa Bianca si concentreranno sui paesi del Medio Oriente, dell’Africa e dei Caraibi”. Apparentemente, ciò che avrebbe spinto Trump a prendere simile decisione sarebbe stata la notizia dell’impiccagione pubblica di un uomo accusato di omosessualità in Iran, tra i principali oppositori politici degli Stati Uniti.
“Questa non è la prima volta che il regime iraniano ha condannato un omosessuale, con le solite oltraggiose affermazioni legate alla prostituzione e persino della pedofilia. E purtroppo non sarà l’ultima volta”, ha scritto Grenell. “Le barbariche esecuzioni pubbliche sono fin troppo comuni in un Paese in cui le relazioni omosessuali consensuali sono criminalizzate e punibili con la fustigazione e la morte”. “Crediamo che l’amministrazione Trump lavorerà per proteggere le persone LGBTQ in tutto il mondo”
Ma in termini concreti come l’amministrazione Trump può far credere di voler aiutare le persone LGBTQ all’estero mentre le attacca quasi quotidianamente sul suolo nazionale? Da due anni a questa parte Trump e il suo vice Mike Pence hanno spesso attaccato la comunità LGBT, diffamandola e alimentando infinite polemiche, con le persone transgender prese di mira e le associazioni sul piede di guerra. Pura propaganda politica? Così parrebbe.
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