In un mondo dove si è considerati out se non si aggiorna il guardaroba ad ogni cambio di stagione, se non si è attenti al trend e informati sul gossip del momento, non par vero constatare quanto il fascino della divisa rimanga saldo e radicato. L’uomo in uniforme è ancor oggi per molti un ideale, sia come partner integerrimo leale e protettivo, sia come feticcio erotico. Nonostante indossi sempre lo stesso completo!
Ciò che emerge questo mese sfogliando alcune gay mag internazionali è un comune ritorno ad occuparsi dell’uniforme e ancor più dell’uomo che la indossa.
Jonathan Edmondson ha 31 anni, capelli chiari e occhi di quell’azzurro liquido tipico del popolo anglosassone. Jonathan è gay ed ogni giorno indossa la divisa verde della London Ambulance Service: il mattino del 7 luglio 2005 era in servizio e fu tra i primi soccorritori ad arrivare sul luogo degli attentati terroristici di Russell Square e Aldgate East. Nella testimonianza raccolta da GayTimes (numero di settembre) Jonathan parla di sé prima in quanto professionista chiamato a gestire un’emergenza, poi in quanto uomo costretto ad affrontare una tragedia.
E la conclusione di Jonathan altro non è che una dichiarazione d’amore al proprio lavoro. “Diversamente dalla Polizia e dai Vigili del Fuoco, il nostro non è visto come un lavoro sexy. Tuttavia raccomando decisamente il servizio in ambulanza a quei ragazzi gay che vogliano prendersi cura degli altri. E’ una vocazione.”
Richard Nortney ha 22 anni, capelli biondo scuro e bel sorriso. Richard è gay e indossa la divisa bianca e nera dei poliziotti inglesi. In un articolo che GayTimes dedica alla prima conferenza nazionale della Gay Police Association, Richard parla delle piccole e grandi difficoltà che incontra nel vivere quotidianamente la propria omosessualità sul posto di lavoro.
“Non è scontato io sia gay e non sento la necessità di dichiararlo a tutti, ma non voglio mentire ogni volta che mi si chiede dove ho passato il fine settimana”.
Craig Jones ha i capelli corti e lo sguardo mite. Craig è gay e indossa la divisa da Tenente Comandante della Marina di Sua Maestà. Craig è uno dei militari che Attitude (numero di settembre) ha intervistato nel tentativo di delineare l’attuale condizione degli omosessuali nelle Forze Armate.
Se infatti fino al gennaio 2000 la politica ufficiale era quella di scaricare immediatamente chiunque si dichiarasse o si sapesse gay, oggi le cose sono cambiate e non di poco. Craig ammette di aver vissuto momenti molto tesi dopo il proprio coming out professionale, ma il suo equipaggio lo ha protetto in ogni modo in quel periodo: oggi il way of thinking che ci si propone di raggiungere è che il valore di una persona si basa non tanto sull’orientamento sessuale, quanto sull’integrità e sull’onore.
Uomini tutti d’un pezzo quindi, di sostanza: forse è per questo che l’uniforme non conosce tramonto. Proseguendo le nostre letture con passi più leggeri infatti, non possiamo non notare che sia Out che Tetu di settembre pubblicano servizi di moda fortemente influenzati dal military style. Colori camouflage, stivali alti, mostrine e giacchetti di pelle, per finire con i nuovi cappelli in lana di firma Prada, capi e accessori si rincorrono da un servizio all’altro, da una collezione all’altra nel nome di una ritrovata mascolinità.
Non resta che chiedersi: vale più l’uomo o la divisa?
Si è parlato di:
GayTimes #324
Attitude #137
Tetu #103
Out 0905
Tutti reperibili su www.cleptomania.it
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di Osman Pastorello
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