È SOLO QUESTIONE DI TEMPO

In occasione della presentazione del libro di Flavio Mazzini sul Coming Out, Daniele Capezzone offre la sua ricetta contro l'oscurantismo italiano: passione, coscienza e ottimismo.

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Visto che presenteremo insieme un libro sull’argomento (giovedì 21 alle 18.30 al Caffè Letterario in via Ostiense 95 – Roma, ndr), vogliamo cominciare col tuo recente coming out?
Ma non c’è niente di più importante di cui parlare? (ride ndr)
Ricordi Zapatero, quando gli chiedono se crede in Dio. Laddove la prima preoccupazione dei politici italiani sembra mettere in chiaro il proprio privato.
Io sono agnostico: so di non sapere, e so -anche- di non poter sapere, nel senso che non mi accontento di risposte consolatorie al mistero che ci circonda e ci attraversa, e che non abbiamo modo e strumenti per chiarire. Invece, ai tanti che fanno mostra delle loro convinzioni religiose (e soprattutto: che su quelle chiedono i voti!), mi permetto di ricordare che Gesù cacciò i mercanti dal tempio, e preferì il “pubblicano” al “fariseo”…

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Anche perché, ad esempio, chi difende tanto la famiglia è chi magari ha scelto di non avercela o di averne più di una…
La strumentalità e le strumentalizzazioni sono tante. Io vorrei che ciascuno potesse fare la sua scelta, purché poi non si mettesse a fare la morale agli altri… Lasciamo che ciascuno viva nella libertà e nella responsabilità. Facendo i conti con la sua coscienza: non con quella del politicante o del cardinale di turno.
Dante colloca molti papi nell’inferno, invece oggi c’è un ossequio quasi plebiscitario verso questo papa e le mille contraddizioni della Chiesa.
Anche qui, c’è un calcolo, e un calcolo piccolo. Ha ragione la mia amica Emma Bonino: confondono i credenti con i votanti. O, peggio ancora, credono che quelli che hanno sentimenti religiosi siano per ciò stesso pronti a tradurre in voto le indicazioni vaticane. Ma tutti i sondaggi dicono il contrario: anche tanti credenti distinguono tra la propria personale opinione e la necessaria laicità delle leggi dello stato.
In Olanda un bambino può cantare una canzone per i suoi due padri, mentre da noi le cose non vanno chiamate col loro nome (non Pacs ma diritti della persona, non eutanasia ma testamento biologico), perché?
Perché la politica pensa che il paese non sia “maturo”, ed è un errore colossale, anche sondaggi alla mano. E allora parte la “fiera dell’eufemismo”.
In uno Stato che non riesce a far rispettare la legge antifumo ma vorrebbe punire il consumatore di droghe, il cliente delle prostitute…
Ricordo come un incubo una puntata di Porta a porta in cui un deputato di destra chiedeva di punire la prostituta, e una deputata di sinistra di punire il cliente. Delirio. Anche lì, io sono per la legalizzazione piena.

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Considerando poi che di droghe ne fanno ampio uso anche loro…
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Considerando poi che di droghe ne fanno ampio uso anche loro, per quanto quasi solo di semplici spinelli, come squattrinati quattordicenni…
Mah, secondo me non è solo questione di spinelli, per alcuni. Dopo di che, la cosa più grave, nei servizi delle Iene, è che tanti deputati non
sapessero cosa sono il Darfur e la Consob, o chi sia Nelson Mandela…
Però si parla di “deriva zapaterista”. La deriva consiste forse nel fatto che un politico sia competente e mantenga (e presto) ciò che ha promesso?
A me basterebbe una deriva “aznarista”: nel senso (e questo non si riesce a farlo sapere!) che anche la destra spagnola si era caratterizzata, nella legislatura precedente, per aperture interessanti. Insomma, perché la nostra sinistra e la nostra destra sembrano gareggiare per prevenire i desiderata vaticani?
Va detto che anche in America non se la passano troppo bene con un amministrazione come quella di Bush…
Un momento, non confondiamo. Bush è certo un fondamentalista, ma attenzione. Sul palco della vittoria repubblicana, c’era -ben visibile- la figlia lesbica del vicepresidente Cheney. Ce la vedi su un palco di destra vicino a Calderoli o su uno di sinistra vicino a Fassino e alla Bindi? L’America (pur nelle sue contraddizioni, che non mi sfuggono) è ancora molto, molto lontana.
Eppure tu sei ottimista per il cammino dei diritti civili…
Sono pessimista (ma determinatissimo) nel breve periodo, sono invece molto ottimista già nei tempi medi: gli oscurantisti hanno già perso. Hanno
perso al cinema, nella musica, nel vissuto delle persone: possono solo sperare di ritardare il momento della sconfitta definitiva. E l’unica cosa che -ora- possono fare è avvelenare ancora qualche anno di vita a tante e a tanti, il che è comunque un danno da non sottovalutare…

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Diritti, matrimoni, adozioni? A che punto siamo?
Secondo me, la cosa razionale da fare (e mi concentrerei sui PaCS) è una. Chiedere e ottenere la calendarizzazione, la tempificazione parlamentare. Su questo non possono sfuggire. Non pretendo che tutti siano d’accordo: ma si può chiedere e ottenere una data certa in cui la discussione comincia, e un momento certo in cui il Parlamento, assumendosi le sue responsabilità, debba dire un chiaro “sì” o un chiaro “no”. E così potremo giudicare -uno per uno- partiti, schieramenti e singoli deputati.
Spesso ti vediamo critico con gli alleati e pronto ad applaudire iniziative dello schieramento opposto. La solita vituperata instabilità radicale o un rigurgito di democrazia che scavalca l’attuale mentalità da contrada?
Sai, tutti parlano di “contenitori”, io preferisco i “contenuti”. Vale sull’economia, ma vale anche sui diritti civili: se al “giovanardismo” di destra mi si sostituisce un “giovanardismo di sinistra”, non è un gran guadagno… O no? Per questo, credo che -su tutto: e tra gli elettori è già così- bisogna puntare sulla trasversalità.
Siamo un sito gay ed è inevitabile parlare di trasversalità e di Transatlantico… Ma questi politici, dal vivo, sono altrettanto brutti?
No, su questo smentisco. E non parlo di avvenenza: mica siamo ad un concorso di bellezza. Ma in Parlamento ci sono tante donne e uomini di notevole interesse, persone che meriterebbero di essere conosciute, che studiano i dossier, che cercano di migliorarsi, di fare cose decenti, spesso in condizioni difficilissime nei rispettivi partiti. Certo, alcuni sono “alienati” nella e dalla politica, ma tanti e tante hanno conservato una forte carica umana.
E tu, da bisessuale, per chi potresti perdere la testa?
Resto alla prima risposta, quella “zapaterista”: nulla di più interessante di cui discutere?
Almeno dimmi: se un giorno passassero, quanta fila troverei per fare il PaCS con Daniele Capezzone?
Mi spiace deluderti. Non credo di essere tagliato per un PaCS o per un matrimonio. Né con “lui” né con “lei”… Mi basta dirti che non è importante a chi vuoi bene, ma se vuoi bene, se ne sei capace o no
Giovedì 21 dicembre ore 18.30
Caffè Letterario – Via Ostiense 95, Roma
presentazione del libro E adesso chi lo dice a mamma?, di Flavio Mazzini.
Saranno presenti l’autore, l’onorevole Daniele Capezzone, il dottor Fabio Presti, psicologo.
Clicca qui per discutere di questo argomento nel forum Libri.

di Flavio Mazzini

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