Un uomo è stato arrestato in relazione all’omicidio dell’attivista russa LGBTQ Elena Grigorieva, trovata senza vita domenica scorsa tra i cespugli vicino casa, a San Pietroburgo. A rivelare l’indiscrezione il sito Fontanka.
Grigorieva è stata accoltellata e strangolata. Otto le pugnalate, tra schiena e volto. Secondo quanto riferito, Elena conosceva l’aggressore e i due avrebbero discusso. Fino al tragico epilogo.
Sebbene il nome del sospettato non sia stato dato, è stato identificato come un uomo nato in Krygyzstan nel 1981. Quella notte, sempre secondo le prime ricostruzioni date dal Comitato investigativo della Federazione Russa, era ubriaco.
“L’omicidio è stato commesso per motivi privati nel corso di un conflitto sorto tra due persone che si conoscevano“, ha affermato il comitato investigativo. Dichiarazione che lascia non pochi dubbi, visto e considerato che Elena era considerata un’attivista scomoda, nell’omofoba Russia di Putin. La stessa Grigorieva aveva inoltre più volte denunciato di aver ricevuto minacce di morte.
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