L’attesa di un incontro è quella cosa che, nella maggior parte dei casi, è meglio dell’incontro stesso ed è forse per questo che Enrico Nigiotti mi dà appuntamento dall’altro lato dello schermo. Un’intervista ‘virtuale’ nata, battute a parte, per i troppi impegni del trentaduenne livornese, fresco del successo della sua ‘Nonno Hollywood’, in gara all’ultimo Festival di Sanremo.
Erano in molti a volerla sul podio…
In molti stanno ascoltando la mia musica e questo, mi creda, è il podio più bello, ma la prego: siamo coetanei. Diamoci del tu.
Allora dimmi la verità: le classifiche sono così importanti per chi partecipa a Sanremo?
Le competizioni non mi sono mai interessate. Il Festival è una vetrina importantissima, ma il vero risultato si vedrà più avanti.
Se ti chiedessi un bilancio di questa seconda volta sul palco dell’Ariston?
Direi estremamente soddisfatto.
Il tuo nuovo album, ‘Cenerentola e altre storie…’, profuma di autentico.
Questo lavoro rappresenta il mio diario. Il diario di vita vissuta. Dentro ci sono io. Ho scritto la verità. La mia verità.
Nell’album c’è un brano dedicato alla poetessa Alda Merini. Curiosa come cosa per un ragazzo giovane come te…
Alda Merini è un’artista immensa. Un capolavoro. Dovremmo leggere ogni giorno un suo verso per vivere più profondamente la quotidianità.
Qualcuno, per amor di battuta, potrebbe dirti che sei un giovane vecchio…
Io sono tutti gli opposti messi insieme. (ride, ndr)
È innegabile che la tua musica abbia un forte ascendente sulle nuove generazioni. Senti il peso della responsabilità quando scrivi i tuoi brani?
Assolutamente no. Io scrivo quando sento l’esigenza di farlo, e di ragionato e calcolato, credimi, non c’è nulla. E poi, detto tra noi, non potrei mai “censurare” i miei pensieri.
Ti capita mai di voltarti e di guardare tutto quello che hai fatto? Alle spalle hai già un vecchio contratto con la Sugar, poi Amici, X Factor, due partecipazioni al Festival di Sanremo, un duetto importante, un brano scritto per la Pausini e uno per Ramazzotti.
Ho fatto tanta gavetta e non ti nascondo che ho pianto tante volte per la paura di non farcela. Sono orgoglioso del mio passato e spero possa dare speranza a chi, davanti a una situazione difficile, vuole mollare.
A te è mai capitato?
Mi è capitato spesso di perdere le speranze, poi arrivava una nuova canzone e la forza tornava a farmi compagnia. Possono sembrare frasi fatte, ma bisogna crederci sempre.
Ho come l’impressione che i talent ti abbiano dato molto, senza toglierti nulla.
Assolutamente, anche se i talent mi hanno insegnato a trasformare l’ansia da prestazione in energia positiva.
In passato hai parlato di un vero e proprio black out dopo Amici.
La televisione dà molto, ma in poco tempo. Bisogna essere bravi dopo..
Nel periodo lontano dalla musica di cosa ti sei occupato?
Ho fatto il magazziniere e poi sono andato a lavorare in campagna con mio nonno. Ringrazio di aver vissuto quel momento di buio perché è proprio in quel momento lì che ho imparato davvero cos’è la luce.
Nonno, in quei momenti, cosa ti diceva?
Mio nonno non era di molte parole o di grandi consigli. Era un uomo che aveva un magnetismo incredibile e che ti insegnava molto senza dirti nulla. Con lui ho imparato che la ricchezza sta nel semplice e grazie a lui ho imparato ad essere forte.
Qual è la tua più grande paura oggi?
Non essere felice.
Non troppo tempo fa hai parlato dei tuoi problemi con l’alcool. Col senno di poi non ti sei mai pentito di essersi raccontato così a fondo?
Abbiamo tutti i nostri mostri che ci urlano dentro e io, mai come oggi, non mi vergogno di niente.
Sui social, in questi giorni, non si fa altro che parlare della tua simpatia per Emma Marrone. Galeotto fu il commento sotto ad una foto della cantante pugliese su Instagram…
Emma è una grande amica. Ho commentato una sua foto dicendo che era molto bella. Mi sembrava un complimento carino da dire ad una ragazza, soprattutto oggi dove ci sono sempre più insulti, che apprezzamenti.
Emma a parte, sentimentalmente parlando, questo, che periodo della vita è?
Da sei anni a questa parte sono felice e sereno con la mia ragazza. Tre anni fa abbiamo adottato due ‘cagnone trovatelle’ che ci hanno riempito la vita. Sono circondato da donne.
L’idea di essere un sex symbol anche per il mondo maschile, invece, che effetto ti fa?
Mi fa molto piacere pur non sentendomi in alcun modo un sex symbol. (sorride, ndr)
Allora dimmi che rapporto hai con la bellezza?
Non mi curo molto e non riesco a portare la camicia. Forse è proprio questo che piace di me.
Mahmood, in un’intervista a Vanity Fair, ha dichiarato: “Dire “sono gay” non porta da nessuna parte, se non a far parlare di sé.” Tu che idea ti sei fatto degli artisti che non hanno il coraggio di dichiararsi?
Può sembrare banale, ma sono fortemente convinto che ognuno debba fare quello che si sente di fare.
A The Voice, salvo ripensamenti, danno per certi Morgan, Elettra Lamborghini, SferaEbbasta e GuèPequeno. Non temi che il cantautorato possa essere travolto dal trap e rap?
È giusto ed è bello che ci siano più generi musicali, e poi, finché ci sarà gente che ascolta la mia musica, non avrò paura di nulla.
Al Bano ha detto: “Il rap sta uccidendo la melodia italiana!”
Io non guardo mai gli altri, guardo solo la mia strada.
E se ti chiedessi di pensare al futuro?
Vedo una famiglia ed una vita semplice e felice.
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