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Esce in sala “Il Compleanno”, melò gay capace di osare

Da domani al cinema la controversa opera seconda di Marco Filiberti su una passione gay che sconvolge due coppie in vacanza. Cast coi fiocchi e una fiammeggiante scena di sesso tra Alves e Poggio.

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Si può finalmente festeggiare l’uscita nelle sale italiane, prevista domani, del film italiano più controverso visto a Venezia l’anno scorso, Il Compleanno di Marco Filiberti. Un insolito melò gay barocco e vacanziero, musicarello ma anche wagneriano – il Tristano e Isotta è il leitmotiv drammaturgico e musicale della storia – che di certo non lascerà indifferenti.

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Ci sono anche echi viscontiani in questo diseguale Morte a Sabaudia dell’era berlusconiana, dove un’improvvisa passione omosessuale, totale e incontrollata, scardina gli equilibri borghesi di due coppie come tante, mediamente nevrotiche e ordinariamente consumiste. Diego e Shary (Alessandro Gassman e Michela Cescon), avvocato lui e giornalista lei, affittano insieme agli amici Matteo e Francesca (Massimo Poggio e Maria De Medeiros) una casa per l’estate sulla spiaggia ai piedi del Monte Circeo. L’arrivo inatteso di David (Thyago Alves), splendido Adone dal fascino esotico ma figlio di Shary e Diego, genera una crescente tensione e causa turbamenti soprattutto in Matteo, psicanalista quarantenne e amorevole papà di una bambina deliziosa, Elena. Lo stesso David sembra intrigato da questo adulto fascinoso e la loro amicizia sempre più esclusiva cederà il passo alla forza dirompente del dominio assoluto di Eros.

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Si parla di emozioni forti e passioni estreme in questo "omaggio a Douglas Sirk", come l’ha definito il regista, ossia il re hollywoodiano del genere, anche se ricorda di più i melodrammi enfatici delle ronde amorose raccontate dal nostrano Raffaello Matarazzo. Davvero niente male il cast eterogeneo in cui spiccano un sensibilissimo Massimo Poggio in un ruolo per nulla ovvio e una tormentata Michela Cescon, in grado di infondere umana fragilità in maniera credibile alla sua Shary apparentemente risolta e intraprendente. Spiace quasi che sia solo un cameo l’apparizione o poco più della sublime Piera degli Esposti, una paziente di Matteo che detesta la propria figlia e cela l’esistenza di un amatissimo figlio handicappato.

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Che cosa resta più impresso? Indubbiamente la bellezza selvaggia del brasiliano Thyago Alves che si irradia in tutto il film e contagia anche lo spettatore. «È stato scelto tra un migliaio di ragazzi tra Milano, Parigi e Roma» racconta Filiberti, eclettico artista milanese anche sceneggiatore, scrittore, attore e cantante (è alla sua seconda regia cinematografica dopo il meno riuscito Poco più di un anno fa). «Quando arrivavano, li guardavo solo attraverso un monitor. Il primo che mi dava una "scossetta" avrebbe fatto i provini. Lui è arrivato timido, impacciato e bello come il sole. Il giorno dopo mi ha portato sei scene a memoria. Non aveva mai recitato in vita sua, ma era già abituato all’obiettivo. L’ho tenuto in sospeso per due anni e ha fatto nove provini su parte. All’ultimo è arrivato a Roma, sicuro che scegliessimo un altro, demotivato e stanco, ma è lì che ha vinto. È un ragazzo d’oro e gli auguro tanto successo».

E Thyago Alves regala davvero tutto se stesso, letteralmente, in una languida masturbazione al ritmo di Maledetta Primavera nonché nella più fiammeggiante ed esplicite scena di sesso gay apparsa in un film italiano nell’ultimo decennio, un vero banco di prova per lui e Massimo Poggio. Pura carnalità davvero eccezionale per il nostro cinema solitamente pavido e tremebondo quando si parla di erotismo tout court.

Il compleanno è a tratti squilibrato, sfiora i confini del ridicolo involontario, eccessivo (ah, quel finale!) ma almeno ha il coraggio di osare e rischiare, il che merita una visione. E la sua solarità vi farà dimenticare questa piovviginosa primavera ormai quasi alle spalle: con Thyago Alves saranno solo vampate!

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