Ormai l’abbiamo ripetuto fino allo sfinimento: Amini Fonua, il nuotatore gay dichiarato, originario del Tonga, è stato l’eroe LGBT di Rio 2016. QUI SE NON SAI PERCHÉ . Quindi vogliamo affidare a lui il compito di prendere commiato da questo meraviglioso evento che mai come questa volta ha unito competizione sportiva e racconto della contemporaneità. Delle storie, dei corpi, dell’amore.
In conclusione della manifestazione olimpica, Amini è andato in giro per il Village dispensando sorrisi e ringraziando i volontari alla maniera polinesiana. Lo Stato di Tonga, da cui proviene Amini, è detto anche Isole degli Amici, per via del carattere cordiale degli abitanti all’arrivo dei primi esploratori e certo il nuotatore non fa che confermare questa reputazione.
Amini, come si vede nel video che postato su Instagram (dove il nostro è molto attivo), ha regalato gelati ai volontari, secondo quello che ha detto essere l’usanza della sua terra: “Facciamo così in Tonga, mostriamo la nostra riconoscenza ai lavoratori col gelato”, mentre allungava, dalla scatola con cui andava in giro, un gelato a uno dei volontari dei campi di tennis.
“Brasile ti amiamo, amiamo i volontari. Grazie per tutto il duro lavoro che state facendo; alcuni di noi lo apprezzano davvero. Vi portiamo dei gelati, il modo più semplice per diventare amici è col gelato”.
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