“Revolution!”. Il grido è perentorio, deciso, inequivocabile. Torna il Florence Queer Festival, arrivato alla sedicesima edizione, con un claim che “testimonia la necessità di non abbassare la guardia e di rilanciare la sfida in un mondo, come quello di oggi, in tumultuoso cambiamento”, come spiegano i direttori Roberta Vannucci e Bruno Casini.
Sei giorni di proiezioni, incontri e presentazioni da oggi al 7 ottobre presso il cinema La Compagnia: s’inaugura con la proiezione a ingresso gratuito dell’atteso Rafiki di Wanuri Kahiu, primo film keniota ad approdare nella selezione ufficiale di Cannes, al Certain Regard. La tematica lesbica l’ha fatto bandire in patria e le due donne protagoniste, innamorate osteggiate dall’intera società, gridano anch’esse Revolution!
Molte le storie vibranti da tutto il mondo: in A Moment in the Reeds di Mikko Makela (6 ottobre alle 23) si mette in scena l’amore tra un ragazzo finlandese e un esule siriano richiedente asilo, fra omofobia interiorizzata e razzismo. I primi anni dell’epidemia Aids sono invece al centro del drammatico 1985 di Yen Tan, raccontati attraverso il ritorno a casa in Texas del giovane pubblicitario Adrian.
Incuriosisce Who’s gonna love me now di Barak e Tomer Heymann, vincitore del premio del pubblico nella sezione Panorama della Berlinale: un giovane israeliano cacciato da un kibbutz perché gay fugge a Londra e trova accoglienza in un coro omosessuale.
Da non perdere tra i doc Il calciatore invisibile di Matteo Tortora sui tabù perduranti nel mondo del calcio, e Killer Plastic – tu ti faresti entrare? di Stefano Pistolini sulla celebre discoteca Plastic che dopo trent’anni ha chiuso i battenti. Si fa invece il punto sul cinema lesbico contemporaneo in Dykes, camera, azione! di Caroline Berler che racconta il suo lavoro decennale con registe quali Barbara Hammer, Rose Troche, Cheryl Dunye e Desiree Akhavan.
Scopriamo invece la storia di Fredy Hirsch, atleta e insegnante gay noto per aver salvato la vita a migliaia di bambini ebrei in Germania e Cecoslovacchia, in Dear Fredy di Ruby Gatt (Israele-Germania).
In chiusura troviamo l’opera prima I Hate New York di Gustavo Sanchez su quattro storie di passione e attivismo lgbt della scena underground newyorchese (Amanda Lepore, Chloe Dzubilo, Sophia Lamar e T De Long).
Torneranno le presentazioni di libri in Queer Books e negli approfondimenti Queer Focus segnaliamo l’incontro con Giacomo Aloigi e Stefano Mascalchi che proporranno, con letture di quest’ultimo, un viaggio nella Firenze degli Anni Ottanta di cui fu protagonista lo scrittore Pier Vittorio Tondelli dal titolo Un decennio postmoderno: Tondelli, Firenze e gli anni ottanta.
La giuria è infine composta da Gabriele Ametrano, Elisangelica Ceccarelli, Andrea Macaluso, Pia Ranzato ed Enrico Salvatori.
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