E’ mistero sulla morte di una donna transessuale di 50 anni, di origini sudamericane, trovata morta in casa a Frosinone. A chiamare la polizia è stato un vicino di casa, insospettitosi dopo aver più volte bussato alla porta.
Gli agenti, una volta entrati, hanno trovato il corpo della donna riverso a terra, privo di vita. Sul corpo non sarebbero stati trovati segni di violenza. Una tragica notizia che non può escludere a priori la strada della transfobia, come rimarcato da Francesco Angeli, presidente Arcigay Roma.
Apprendiamo a mezzo stampa che una giovane ragazza trans è stata ritrovata senza vita all’interno del proprio appartamento a Frosinone. E’ importante che non si escluda nelle indagini che si tratti di omicidio avvenuto per transfobia.L’Italia infatti detiene il triste primato in Europa di omicidi a causa di odio transfobico, e le tante vittime degli ultimi anni fanno riflettere su quanto il tema della sicurezza e dell’isolamento delle persone trans nel nostro paese sia totalmente fuori dall’interesse della politica, che dovrebbe rappresentare tutti.
Ancora una volta, inoltre, certa stampa ha riportato la notizia narrandola al maschile, come denunciato sui social da Gianmarco Capogna.
Ancora da appurare molti dettagli di quanto avvenuto, eppure, la stampa locale ha ritenuto necessario sin da subito puntare sull’identità transessuale della vittima. Una identità tutta narrata al maschile, “un trans”, “un giovane transessuale del Paraguay”. Non si hanno ancora dettagli certi ma nel caso in cui non si trattasse di una persona FtM (female to male), l’intera narrazione ed il linguaggio usato è completamente sbagliato e irrispettoso dell’identità di genere della vittima.
Addirittura in un articolo si definisce la possibilità di violenza a danni della vittima come “omofobia” e non transfobia.
Non possiamo più accettare che le persone trans* siano sempre più vittime degli altri. Vittime di odio, violenza e marginalizzazione sociale e vittime di un linguaggio sbagliato, carico di pregiudizi e stereotipi ma, spesso, anche di una mancata conoscenza delle questioni del mondo t*. Servono corsi di formazione specifici ma soprattutto serve una legge che archiviando la L.164/82 possa davvero liberare le identità trans* permettendo il loro pieno riconoscimento, la libertà e la sicurezza che meritano.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.