Esiste una categoria di cibo che si possa classificare come “Gay Food”? Se lo sono chiesti in tanti, soprattutto negli ultimi anni dove non si parla d’altro che di cucina. La torta Pavlova è molto probabilmente uno di questi.
Nel lontano 2002, il giornalista David Mehnert si era chiesto “What Is Queer Food?”, elencando una sorta di manifesto a punti delle caratteristiche che un cibo o una ricetta queer dovrebbe avere. Più recentemente, il dibattito è stato ripreso da Alana Dao sull’Huffington Post, alzando l’asticella sull’argomento: i gay food non sono solo coriandoli di zucchero e cibo arcobaleno, ma “attentive, engaging, and pushes our notions of what dining can be”. Il cibo gay è premuroso, accattivante e forza i confini precostituiti dell’esperienza del pasto. Una definizione che innalza il livello del gay food a materia etica, chiave di una rivoluzione nella ristorazione e nella società.
Concordo. Ma penso anche che certi cibi siano meravigliosamente e spudoratamente gay, come una canzone di Kylie Minogue. Uno di questi è la torta Pavlova.
La torta Pavlova
La torta Pavlova è un dolce zuccheroso, colorato, appariscente e sfacciato. Pochi dolci sono così compiutamente attraenti e invitano a tuffarcisi dentro con irruenza, tralasciando coltelli e cucchiaini.
Come molti cibi iconici, la nascita della Pavlova è avvolta nella leggenda. Australia e Nuova Zelanda se ne contendono la paternità, ma una cosa è certa: il suo nome è ispirato a quello della ballerina russa Anna Matveyevna Pavlova (1881-1931), che negli anni ’20 del Novecento si trovava in tour nei paesi oceanici. Che sia stato lo chef di un hotel di Wellington (Nuova Zelanda) o quello di un hotel di Perth (Australia), non è stato al momento ancora stabilito. La prima autentica Pavlova cucinata in tv in Italia è però a quanto pare opera di Csaba Dalla Zorza, da quel momento anche noi abbiamo imparato ad amare questo dolce.
La ricetta è scarna di ingredienti, ma non così semplice nella realizzazione: una base di meringa croccante fuori e soffice all’interno, una copertura di panna montata e frutta (ovviamente coloratissima). Se non siete pratici con la meringa, meglio lasciare stare. Oppure provarci lo stesso, perchè gay food è anche osare e superare i propri limiti, divertendosi. Giusto?
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