Accoltellato in un appartamento di un vicolo della Medina di Hammamet. Così è morto Angelo, un italiano gay che frequentava spesso la città tunisina dove aveva molti amici. A diffondere la notizia una sua amica, Martine Costa, francese che vive in Tunisia, che per raccontare il fatto ha scritto un articolo per il Tunis Tribune, secondo la quale la matrice dell’omicidio, avvenuto con una dozzina di coltellate terminate con lo sgozzamento dell’uomo, sarebbe omofoba.
La vicenda, però, pare essere più confusa di quanto non sia apparso immediatamente. L’assassino, comunque, un ventenne tunisino, sarebbe stato arrestato poco dopo il fatto.
Secondo la ricostruzione diffusa da Costa, l’italiano (che non è chiaro se fosse campano o pugliese), stava preparando un pic nic da servire sulla spiaggia dopo il tramonto ai suoi amici tunisini quando sarebbe stato aggredito. I vicini, sentite le grida di aiuto, non avrebbero fatto nulla perché sapevano che Angelo era gay.
Stando al sito "Il grande colibrì" che si occupa di gay e islamismo e che ha cercato di raccogliere da fonti dirette quante più informazioni possibili per fare chiarezza sull’accaduto, sono molte le incongruenze tra quanto riportato da Costa, che seppure si dichiara amica di Angelo non ne conosceva nemmeno il cognome, e le informazioni raccolte da altre fonti, tra cui un’amica italiana di Angelo.
Per cominciare, non si riesce a capire che lavoro facesse Angelo: secondo alcune voci, a quanto pare infondate, era un prete, mentre altri sostengono che facesse il truccatore di importanti personalità e altri ancora che fosse un promoter di prodotti cosmetici. Ma al di là delle attività lavorative dell’uomo, ci sono anche particolari della notte dell’omicidio, quella tra l’1 e il 2 agosto, che sembrrebbero discordanti.
Alcune fonti, infatti, parlano di sole 3 coltellate e non dello sgozzamento (che infece farebbe pensare ad una matrice religiosa e, quindi, probabilmente omofoba), mentre non è chiaro come faccia Costa a dire che i vicini, pur avendo sentito le urla, non hanno chiamato i soccorsi.
Al momento le autorità tunisine non hanno fornito una versione ufficiale dell’accaduto e non si sa cosa il 20enne arrestato avrebbe dichiarato alla polizia, mentre della vicenda si sta interessando la Farnesina, in collaborazione con le forze dell’ordine del luogo.
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