Come già avvenuto nel 2016, Gayburg è stato nuovamente ‘censurato’ da Google. L’accesso ai contenuti può infatti avvenire solo dopo che l’utente ha visualizzato un messaggio in cui il gestore del servizio Blogger lo informa che «alcuni lettori hanno contattato Google perché ritengono che i contenuti di questo blog siano discutibili». Quali contenuti, non è chiaro.
Google “non ha comunicato in alcun modo le motivazioni del loro provvedimento“, denunciano i gestori di Gayburg, “così come pare non offra alcuna possibilità di poter contattare il loro staff al fine di ottenere spiegazioni“.
“L’immediata conseguenza è che“, continuano i gestori del sito, “a fronte di contenuti che non possono più essere condivisi sui social e non possono più essere ricercati sui motori di ricerca, pare evidente che la nostra sopravvivenza sia pressoché impossibile, a meno che da Mountain View non arrivi una repentina rimozione delle limitazioni da loro inferte (limitazioni che, peraltro, pare non abbiano mai colpito i vari blog che promuovono fantomatiche “terapie riparative” o che incitano l’odio contro le persone lgbt)“.
Va detto che la censura Blogspot coinvolge spesso contenuti da loro ritenuti ‘erotici’, vedi attori, modelli o sportivi in mutande, ma certo è che le tante battaglie portate avanti da Gayburg contro gli estremisti cattolici facciano automaticamente pensare ad altro. Nella speranza che Google torni sui propri passi, evitando pericolose censure, ai gestori di Gayburg va tutta la solidarietà di Gay.it
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Gli odiatori dei gay sono sempre più spudorati e forti perchè ormai hanno una copertura politica in questo governo.