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Grande stagione per il teatro gay

Dopo Fiesta e Helly, grande successo in questi giorni per Affetti Collaterali, al Rifredi di Firenze.

Grande stagione per il teatro gay - Affetti 01 base 1 - Gay.it
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Sarà grazie alla sensualità indiscussa e prorompente del bel protagonista Franklin Santana, sarà perché il pubblico fiorentino è "educato" dalgran numero di spettacoli gay che si sono alternati sui palcoscenici fiorentini quest’anno, ma "Affetti Collaterali" sta riscuotendo un successo senza parti. La sera della prima, il 25 scorso, la sala era stracolma, anche grazier alla presenza di vip come Ferzan Ozpetek, regista delle Fate Ignoranti, di cui il regista di Affetti Collaterali, Maurizio Rigatti, è stato assistente.

Il sexy e seminudo Franklin si muove a suo agio in un appartamentino che è teatro di una serie di diverse discriminazioni:

Grande stagione per il teatro gay - Affetti 01 - Gay.it

«Quello che m’interessava – dice l’autore Marco Piccinetti intervistato da Repubblica – era mettere sullo stesso piano diversi tipi di emarginazione come l’omosessuale, la zitella, il lavapiatti. Mettere in scena spettacoli di questo tipo è una maniera per normalizzare la diversità e farla accettare ad ogni tipo di pubblico. Io racconto una storia che potrebbe essere vera».

Insomma, dopo la Fiesta di Fabio Canino incentrato aul mito di Raffaella Carrà tra i gay, dopo Helly, che parla del luogo virtuale più frequentato dai gay, la chat, eccxo un terzo importante momento di conferma della gran buona salute di cui gode quest’anno il teatro gay a Firenze, e soprattutto al Teatro di Rifredi, dove i tre spettacoli sono stati ospitati: «Dopo la tragedia dell’Aids – afferma a Repubblica Giancarlo Mordini direttore del teatro – il mondo gay ha ritrovato un nuovo rinascimento ed ha la possibilità di osservarsi con molta più ironia. Questo rende il prodotto finale molto più universale e curioso, anche per chi gay non è. Spettacoli come quelli visti a Rifredi o film come «Le fate ignoranti» riescono a mostrare con autoironia una libertà di rapporto che prima era tenuta biecamente nascosta. Il nostro teatro si batte contro una ghettizzante famiglia, rivendicando la libertà di scelte sentimentali».

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