“Restituire giustizia al tempo creativo” da questo spunto parte la nuova epoca per Gucci e forse per tutto il settore moda.
A farsi avanti è Alessandro Michele, il direttore creativo del brand dalle doppie G che negli ultimi anni ha stravolto, innovato e reso desiderabile qualsiasi capo ed accessorio di Gucci, provocando e al tempo stesso proponendo un estetica nuova e controversa.
“Non è una diserzione – precisa il direttore creativo – ma un invito”.
Un invito a rallentare i tempi, lasciando spazio e respiro anche per i brand più piccoli che non riescono a stare al passo con i colossi della moda. In pratica, non più cinque sfilate l’anno (2 per l’uomo, 2 per la donna e 1 cruise), ma solo due appuntamenti l’anno che illustreranno il lavoro e tutto quello che il brand ha da dire. Non solo moda quindi, ma più ampiamente cultura ed heritage, e, già a luglio anticipa “usciremo con qualcosa che non si chiamerà cruise ma epilogo, che conterrà segni e messaggi per un futuro prossimo” e sarà un racconto interpretato non da modelli, ma da ragazzi che lavorano nel team stile di Gucci, per rafforzare ancora di più il concetto di creazione dei capi e l’appartenenza al brand.
«Nel mio domani, abbandonerò il rito stanco delle stagionalità e degli show per riappropriarmi di una nuova scansione del tempo, più aderente al mio bisogno espressivo. Ci incontreremo solo due volte l’anno, per condividere i capitoli di una nuova storia. Si tratterà di capitoli irregolari, impertinenti e profondamente liberi. Saranno scritti mescolando le regole e i generi. Si nutriranno di nuovi spazi, codici linguistici e piattaforme comunicative» questo il messaggio condiviso sui social di Gucci che spiega la nuova linea intrapresa dal brand e dal suo direttore creativo e la necessità tutta nuova di rallentare e dilatare le tempistiche, rendendo così la moda meno consumistica.
Immagine di copertina: Pinterest
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