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“Ho erezioni dal medico: terrorizzato che mi credano frocio”

Così Rocco Siffredi si racconta sul numero di Max in uscita martedì: “La prova più dura? Tre ultrasessantenni insieme: ho fatto far loro certe lesbicate!”. E poi c’è la cornea trapiantata da cadavere.

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A pochi giorni dall’uscita nelle sale di "Matrimonio a Parigi" al fianco di Massimo Boldi, Rocco Siffredi si racconta a modo suo, ovvero senza peli sulla lingua, sul numero di Max in edicola e su iPad da martedì 4 ottobre. Racconta, il porno attore più famoso d’Italian di avere lasciato il set dei film hard nel 2004 su richiesta della moglie Rosza Tassi, ma di essere stato costretto a tornare davanti alle telecamere perché depresso. E per curare la depressione ha girato in un solo anno ben 40 film.

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Siffredi tocca vari argomenti nell’intervista tra cui quello del corpo e dell’autocontrollo: "Andare dal medico è terribile, ogni volta mi parte l’erezione. Ho il terrore che pensino sia frocio, così lo stress aumenta, e anche l’erezione". E alla domanda si quale sia stata la sua prova più dura sul set, risponde: "Farmene tre, dai 67 ai 73 anni, e ho fatto far loro cose pazzesche, certe lesbicate! Sul set non mi risparmio. Ho girato scene assurde, appeso a un elicottero, a 10° sotto zero. Perché il porno non è come il cinema, nessuno ti scalda il pavimento per farti sentire a tuo agio".

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"Sono un challenger – dice -, mi piace far quello che nessuno crede possibile, ad esempio sesso con donne grassissime, brutte o anziane. Sessualmente sono un razzista, posso andare anche con le nere e le asiatiche, ma solo per lavoro".
Infine racconta di cosa gli sia costato, in termini di usura del corpo, il suo lavoro: "Ho i legamenti del ginocchio trapiantati, e poi vari pezzi di sintesi nella schiena, alla clavicola, alle spalle, al polso. Certe posizioni creano degli scompensi pazzeschi all’anca e quindi alla colonna vertebrale. Tutto per metterti a favore di telecamera. In più mi è partito l’occhio destro, vedevo tre donne al posto di una. Ho fatto un trapianto di cornea da cadavere".

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