A un anno di distanza, si torna finalmente nella Terra di Mezzo tra eroici e vigorosi cavalieri, elfi, orchi e maghi. Esce infatti il 16 gennaio nelle sale italiane il seguito de Il Signore degli Anelli: Le Due Torri. E, inevitabilmente, partono i confronti con il primo episodio, La Compagnia dell’Anello e la caccia alle novità. Che in questo seconda parte sono tante e interessanti. Ma proseguiamo con ordine.
La saga fantasy Il Signore degli Anelli e’ un librone di oltre mille pagine pubblicato per la prima volta nel 1954, e’ frutto di anni di lavoro dello scrittore John R. R. Tolkien. L’opera diventò un libro mito negli anni ’60, quando i figli dei fiori lo elessero a loro vera e propria bibbia per il mondo ed lo stile di vita alternativo che proponeva. Gli Hobbit, pacifiche creature che vivono una vita all’insegna della semplicità fumando le loro lunghe pipe, sono messi in pericolo dal consolidarsi del potere di Sauron, maligno Signore Nero che cerca di impossessarsi di un Anello magico che gli conferirebbe poteri illimitati. Come ben sanno quelli che hanno visto il primo film, il suddetto anello è custodito proprio nella Contea degli Hobbit, che quindi si trovano direttamente coinvolti nella vera e propria guerra che si scatena per contrastare la salita al potere di Sauron e del suo arcigno alleato, il mago Saruman (Christopher Lee).
Questa seconda parte, Le Due Torri, riparte esattamente da dove era finito il primo film: i due Hobbit Frodo (Elijah Wood) e Sam (Sean Astin) continuano il loro viaggio verso il vulcano nel quale dovranno cercare di distruggere il pericoloso oggetto. Li segue sempre più da vicino Gollum, un tempo possessore dell’Anello e sempre più bramoso di rientrarne in possesso. Gollum e’ una creatura sinistra e un po’ patetica, mirabilmente realizzata con l’animazione computerizzata basandosi sulla performance di studio dell’attore Andy Serkis, che ne e’ anche la voce nella versione originale. Nel frattempo il nobile cavaliere Aragorn (il perfetto Viggo Mortensen) e l’elfo guerriero Legolas (Orlando Bloom) si uniscono ai soldati di Re Theoden (Bernard Hill) a difesa della popolazione civile di Rohan, assediata nel fortificato Fosso di Helm. L’imponente battaglia che si scatena tra loro e gli assalitori inviati da Saruman occupa tutta la parte finale delle tre ore di proiezione ed e’ visivamente spettacolare, un vero gioiello di tecnica applicata all’arte della narrazione cinematografica. Si rivede anche il Mago Gandalf (Ian McKellen), un ritorno a sorpresa però già rivelato sin dai trailer.
Ovviamente il “Signore delle Torri” che sta dietro a tutto questo e’ il regista neozelandese Peter Jackson, che ha saggiamente puntato i piedi coi produttori hollywoodiani affinché alla complessità del romanzo fosse dato il tempo di svilupparsi in una trilogia completa e articolata di lunghi film, non quindi gli stringati condensati modello-bignami a cui abbiamo purtroppo assistito in passato (un titolo per tutti: il dune di David Lynch). A causa della frammentazione della narrazione in storie che procedono parallelamente ma indipendentemente, forse il film ha perso un po’ dell’impatto emotivo che la prima parte riusciva a creare. Il regista stesso ha ammesso che anche in fase di sceneggiatura questa parte centrale del romanzo e’ quella che ha necessitato di maggiori modifiche di adattamento e di maggior lavoro anche in sede di montaggio. Inoltre ovviamente non c’e’ più l’elemento di novità che era costituito dalla prima pellicola e l’inevitabile effetto collaterale di non avere né un inizio né una fine. Detto questo c’e’ ancora tanto da godere: i magnifici effetti speciali della Weta FX che combinano mirabilmente miniature ed effetti digitali.
Nuovi personaggi tutti da scoprire (anche da temere, come nel caso dell’infido Vermilinguo, stupendamente interpretato dal poco noto ma eccellente attore Brad Dourif). E poi naturalmente i magnifici paesaggi e scenari naturali della Nuova Zelanda, perfette location per ricreare sul grande schermo le fantastiche lande dell’immaginaria e senza tempo Terra di Mezzo. Attenzione però: se per voi il Grande Cinema si identifica con le stucchevoli svenevolezze zeffirelliane state alla larga. Qui ci sono orchi, mostri, violenza, sanguinolente battaglie, eroi, traditori e maghi e castelli. La fantasia e l’immaginazione a briglia sciolta. Cipria, cappellini e arredamenti di buon gusto sono in un altra sala.
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