Da sempre fiero sostenitore della comunità LGBT, Joe Biden, 75enne vicepresidente degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Obama dal 2009 al 2017, è tornato a tuonare contro l’omofobia nel corso dell’annuale gala della Human Rights Campaign (HRC).
Biden, acclamato dai presenti, ha voluto inviare un accorato messaggio di speranza e sostegno alla nostra comunità. Nel suo lungo e applaudito discorso Joe ha ricordato il defunto figlio Beau, morto a causa di un tumore al cervello nel 2015, paragonando il cancro alla “malattia” dell’omofobia.
“È morto di cancro. Una malattia terribile. Da tempo stiamo cercando di porre fine al cancro come noi lo conosciamo. Ma anche questa è una malattia in America. La malattia dell’omofobia. Possiamo debellarla. Possiamo salvare i miei nipotini, i miei bisnipoti e migliaia e migliaia di americani. E il resto del mondo seguirà gli standard americani. Troppi dei nostri giovani sono rifiutati, non solo dalle loro comunità, ma dalle loro famiglie. Sangue del nostro sangue, ossa delle nostre ossa. Cacciati dalle loro case. Soggetti alla vile pratica delle teorie riparative che il nostro Vice Presidente ha promosso“.
Chiaro e diretto il riferimento all’estremista cattolico Mike Pence, vice di Donald Trump da anni in prima linea contro la comunità LGBT e in passato finanziatore di alcuni centri di conversione.
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