A 3 settimane dal voto presidenziale, il candidato dem Joe Biden si è ancora una volta stretto attorno alla comunità LGBT, ricordando sui social la morte del povero Matthew Shepard, deceduto il 12 ottobre 1998 in un letto d’ospedale a causa delle ferite riportate dall’aggressione di due omofobi che lo rapirono e picchiarono, legandolo ad un palo solo perché gay.
“Oggi sono passati 22 anni da quando Matthew Shepard morì dopo un brutale crimine omofobo”, ha scritto su Twitter Biden. “Oltre due decenni dopo, la violenza contro gli americani LGBTQ + è ai massimi storici. In qualità di Presidente, rafforzerò le nostre leggi sui crimini d’odio e chiarirò che il fanatismo non ha posto nel nostro Paese”.
Pochi giorni prima Biden ha celebrato anche il National Coming Out Day. Il 77enne ex vicepresidente di Barack Obama ha scritto su Twitter: “Voglio dire ad ogni membro della comunità LGBTQ + che sei amato e accettato così come sei, che tu sia dichiarato o meno. Combatterò ogni giorno alla Casa Bianca per creare un Paese in cui potrai vivere apertamente il tuo orientamento sessuale, orgoglioso e libero, senza paura”.
Nato il 1 dicembre 1976 a Casper, nel Wyoming, il 7 ottobre del 1998 Matthew Shepard conobbe in un bar di Laramie due ragazzi, ai quali chiese un passaggio. Fu la sua fine. Matthew venne ritrovato dopo giorni di ricerche con una grave ferita alla testa, che andava dalla nuca fino all’orecchio destro. Un danno celebrale che impediva al corpo di regolare il battito, la respirazione e la temperatura corporea. Dozzine di lesioni erano poi sparse in tutto il corpo, in particolare sul collo, sul volto e alla testa. Il suo viso era totalmente ricoperto di sangue, ma questo non bastò. I due aggressori lo legarono a un palo, e lo lasciarono lì, ancora vivo. Dopo 18 ore un ciclista lo notò per caso e chiamò i soccorsi. I medici non poterono far altro che ricoverarlo in rianimazione, ma operarlo era fuori discussione. Alle 00:53 del 12 ottobre, il suo cuore smise di battere.
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