LA DESTRA CHE VORREMMO

Intervista ad Alessandra Mussolini (An), che lotta per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali: sì alle coppie di fatto, apertura sulle adozioni, allineamento con l'Europa.

LA DESTRA CHE VORREMMO - Alessandra Mussolini - Gay.it
4 min. di lettura

ROMA – Il cambiamento di Alleanza Nazionale è stato travagliato ma deciso. Sciolto il Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante, il 22 gennaio 1994 nasce a Roma l’Assemblea Costituente di Alleanza Nazionale e Gianfranco Fini eletto coordinatore. Comincia il nuovo cammino della destra italiana. Un anno dopo, il 27 gennaio ’95, si svolge a Fiuggi il congresso istitutivo di AN e Fini è eletto presidente. Nelle ultime elezioni politiche conquistano la maggioranza insieme agli alleati del centro-destra e, per la prima volta, entrano nella compagine governativa guidata da Silvio Berlusconi. Per la nostra inchiesta, intervistiamo Alessandra Mussolini: donna grintosa, una Highlander sui diritti alle donne, alla tutela dei minori ed importante per il cognome che l’accompagna.

Onorevole Mussolini cosa succede nella maggioranza, dopo l’attacco di La Russa agli ex Dc?

Innanzitutto volevo ringraziare per questa occasione che mi date per parlare di diritti civili e diritti negati. Io ero presente e La Russa non ha attaccato nessuno; si parlava di tangentopoli e ha detto che Fini e Bossi erano gli unici a poter parlare di Mani pulite, non essendo stati sfiorati dalla corruzione dilagante di quegli anni. Non si possono difendere i corrotti!

Il Cdu era parecchio arrabbiato…

Beh, sa, c’è la Finanziaria di mezzo e questo serve magari ad ottenere qualcosa.

Parliamo di impegni sociali.

Lo choc dopo l’11 settembre ha toccato il mondo intero. Si sono ridotti i consumi; l’euro ha fatto aumentare i prezzi: se una cosa costava 5 mila lire, oggi costa 5 euro, ossia il doppio. Verdura, pesce e carne costano come l’oro! Io mi occupo di problemi sociali e devo guardare anche queste cose.

Lei è una irrequieta anche in AN. Questo l’ha danneggiata?

Mantengo la mia autonomia su molte scelte, non mi sento una "sissignore"! Fare politica regimentata è una noia mortale! Far votare il mio partito su argomenti ritenuti tabù è una conquista.

La nostra è una società maschilista?

Sìììì, maschilista e retrograda rispetto alla cultura e alle conquiste delle donne.

Perché AN è chiusa sulle tematiche gay?

Timidamente, molto timidamente stiamo facendo passi in avanti. In Parlamento, sulla procreazione si parlava di coppie conviventi, sembrava un argomento insormontabile e, invece, è passato. Il percorso politico di An sta maturando anche verso discriminazioni e diritti che riguardano gli omosessuali.

Fini dovrebbe chiedere scusa anche per l’Olocausto gay?

C’è stata una guerra cruenta. Io mi sono esposta personalmente contro le leggi razziali di quel periodo. Credo, oggi, manchi ancora la cultura della conoscenza anche nelle scuole. Le discriminazioni si combattono con la pace e la giustizia tra le genti. Il perdono chiesto agli ebrei è una riflessione storica e quello che è successo agli omosessuali non sta né in cielo né in terra e le discriminazioni esistono ancora. Bisogna insegnare l’amore ed il rispetto; il rispetto che non c’è.

Discutiamo di coppie di fatto, onorevole.

Dobbiamo spingere il partito a garantire dei diritti e delle tutele a queste coppie, soprattutto quando esiste una convivenza stabile. Dobbiamo stabilire delle norme precise, una legge che difenda due persone che si amano da tempo. Certo, questo non può riguardare chi si lascia e si prende una volta al mese: sarebbe un abuso!

Sulle adozioni?

Le tragedie di questi giorni ci impongono una riflessione: succedono fatti violenti ed immorali nella famiglia cosiddetta eterosessuale. Non possiamo dire che sono cose che accadono se sono coppie omosessuali.

No, guardi, non è mai accaduto.

Non è mai accaduto, ma con le coppie eterosessuali sta succedendo di tutto! La legge sulle adozioni è troppo severa! Ci sono bambini che diventano adulti negli orfanotrofi: un fatto gravissimo. Non dimentichi, però, che abbiamo il Parlamento italiano e poco più in là il Vaticano che incombe.

La Lega ha chiesto al governo di far bloccare dalla Francia il Pacs di Alessio De Giorgi e Christian Panicucci.

E’ un’ingerenza nella sfera privata di due cittadini. Questa unione vuole darci dei segnali che sono incoercibili. Due persone gay che si amano pagano le tasse come gli altri e quindi hanno diritto ad accedere ai diritti che da noi ancora mancano ma, che esistono in Francia ma anche nel nord Europa. Questi contratti sono una cosa positiva, regolamentare una unione di così lungo respiro come quella tra il vostro direttore ed il suo compagno va bene e, non bisogna interferire nella sfera sessuale e privata delle persone.

Ma lei è sicura di essere di AN, onorevole? Mi parla di tutele e diritti!

Beh, cosa trova di strano? Abbiamo delle categorie "a rischio" in Italia e nel mondo da tutelare: le donne, gli omosessuali ed i minori. Sono categorie senza voce e spesso vilipesi dalla società. Non sono temi della sinistra questi, ma che riguardano la sensibilità di tutte le persone che devono poter far vivere le donne, gli omosessuali ed i minori, nella completa serenità.

Lo Stato italiano deve far propria la Direttiva del Consiglio d’Europa sui gay?

Ogni Paese mantiene la sua autonomia. Ma chi vuole davvero un’Europa unita e con una unica coscienza, deve adeguare i propri ordinamenti a quelli che sono gli orientamenti che ci arrivano dall’Europa. Non possiamo pensare ad uno Stato liberale e ad un altro che resta indietro. Le ripeto: non dimentichiamoci che abbiamo il Vaticano, cosa non di poco conto.

Verrete al Pride di Bari del 2003?

"Non possumus". Ma voi fatelo. Avete il patrocinio del centro-destra.

Quando nascerà la sua creatura?

A gennaio. Acquario!

Auguri, onorevole.

Grazie! Anche a voi e al suo direttore.

di Mario Cirrito

© Riproduzione riservata.

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