Lawrence Frostad, il nuotatore olimpico ricorda l’omofobia vissuta dopo il coming out

Era il 1991, venne bullizzato dai compagni di squadra e zittito dal Comitato Olimpico USA: "le Olimpiadi sono un evento sportivo non un evento politico".

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Oggi 55enne, Lawrence Frostad ha rappresentato gli Stati Uniti alle Olimpiadi estive del 1992 a Barcellona, arrivando settimo nella finale dei 1.500 metri stile libero. Nato in California e 5 volte oro nazionale per l’Università di Miami, con tre medaglie conquistate nei 1500 stile libero, una negli 800 stile libero e una nei 400 stile libero, Frostad fece coming out nel 1991, all’età di 24 anni. E fu un inferno. I compagni di squadra accolsero quella rivelazione con disprezzo, annegandolo nell’omofobia.

Frostad ne ha parlato nel corso di un’intervista a Nuts & Bolts Sports.

Ho fatto coming out nel 1991, ai Mondiali“, ha ricordatoLawrence. “Mi stavo allenando con la Texas Longhorns Aquatics femminile e l’allenatore Mark Schubert, ed era fantastico. Le ragazze mi hanno protetto, ma i ragazzi di quella squadra sono stati davvero duri con me. Sono stato nel loro spogliatoio per circa tre giorni prima che mi dicessero “non possiamo sopportare che sia qui”. Quindi mi sono trasferito negli spogliatoi pubblici, il che andava bene, mi sono trovato comunque più a mio agio. C’erano un paio di ragazzi in quella squadra che mi hanno reso la vita molto infelice”.

Ed è qui che Frostad ha raccontato quanto accaduto, in un paio di occasioni. “Ricordo un allenamento che stavo lasciando insieme ad Amy Shaw. Stavamo uscendo dalla piscina, eravamo nel parcheggio e uno dei ragazzi ha provato a investirmi, ottenevi dieci punti per aver investito un ragazzo gay. Era quel genere di cose, qualcuno poi ha scritto “cazzo” sulla mia macchina. La gente mi sparava pallini di vernice dai cespugli quando me ne andavo, non è stato facile. Alcuni dei ragazzi sono stati fantastici, alcuni sono stati carini, ce n’erano solo un paio che mi hanno fatto passare l’inferno”.

Frostad ha confessato di non aver potuto fare e/o dire molto, all’epoca, perché l’omosessualità nello sport agonistico non era semplicemente contemplata. “Ero stato messo a tacere. Ma ora ho più potere e nessuno può zittirmi, posso dire cosa è successo. Posso raccontare le mie esperienze da olimpionico gay. Voglio far sapere alla gente che i gay sono qui, che non c’è niente di sbagliato nell’essere gay”. Eppure in quel 1991 Lawrence venne zittito.

“Dopo aver formato la squadra olimpica, siamo andati a Tampa per avere tutta la nostra attrezzatura. Voglio essere molto chiaro qui, non c’entrava USA Swimming ma sono stato avvicinato da due persone del Comitato Olimpico degli Stati Uniti. Mi hanno detto “sappiamo che hai fatto coming out”, ho pensato che si sarebbero congratulati con me ma hanno continuato: “Lawrence vogliamo ricordarti che le Olimpiadi sono un evento sportivo non un evento politico”. Io ho risposto, “mi state minacciando?”. E loro, “finché nuoti e non fai dichiarazioni politiche, starai bene”. Subito dopo, c’erano ragazzi nel patio che parlavano dell’assegnazione delle stanze per la squadra olimpica, uno di loro disse, “chi starà con Frostad?”, e un altro rispose “Non ci vado in camera perché non voglio svegliarmi alle 2:30 del mattino con lui che mi molesta”. Questo è ciò che ho dovuto sopportare. Per fortuna ho avuto un ottimo coinquilino. Era un ragazzo meraviglioso. Ma sono cose che ho dovuto affrontare”.

Ora allenatore, Lawrence ha così voluto consigliare gli atleti omosessuali di oggi, impauriti dall’ipotesi coming out: “Credo che sia davvero importante uscire allo scoperto solo quando sei pronto. Il coming out è importante perché mostra quanto sei forte e coraggioso e dà speranza agli altri. Posso dirti ora che sono felice di essere uscito allo scoperto ed essere gay è quello che sono, ma voglio che le persone lo facciano quando sono pronte. Il mondo è un posto diverso ora rispetto a quando nuotavo io. Non dovrebbero più avere tanta paura. Ci sono persone qui che ti supportano, ti amano e che credono in te. Io sono una di quelle persone”.

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