Presentato in anteprima all’ultimo Festival di Cannes, arriva nei cinema d’Italia a partire dal prossimo 5 settembre Limonov di Kirill Serebrennikov, adattamento cinematografico dell’omonimo best-seller di Emmanuel Carrère, pubblicato da Adelphi.
Sceneggiato da Pawel Pawlikowski, Ben Hopkins e dallo stesso Serebrennikov, il film è trainato da un superbo Ben Whishaw, forse al cospetto della prova di una vita, il ruolo da indiscusso protagonista a lungo atteso, con al suo fianco Viktorija Mirošničenko, Tomas Arana e Corrado Invernizzi.
Whishaw, attore da sempre gay dichiarato, interpreta il Limonov del titolo. Un militante rivoluzionario, un delinquente, uno scrittore underground, il maggiordomo di un miliardario a Manhattan. Ma anche un poeta, un amante delle belle donne che adora andare anche con gli uomini, un guerrafondaio, un attivista politico e un romanziere che ha scritto della propria grandezza. La folle storia della vita di Eduard Limonov è un viaggio attraverso la Russia, l’America e l’Europa durante la seconda metà del XX secolo.
Deceduto nel 2020, Eduard Limonov è stato uno degli avversari politici di Vladimir Putin, ma anche teppista in Ucraina, idolo della scena underground sovietica, barbone a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. La vita di Eduard Limonov è stata un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile.
Il suo esordio nella scrittura è del 1985 con Il poeta russo preferisce i grandi negri, romanzo autobiografico in cui Limonov raccontava come senza un soldo nella Grande Mela, e senza più l’amata moglie che l’ha abbandonato, trovò un barlume di felicità nell’imprevedibile esperienza omosessuale con un giovane nero, un barbone incontrato per caso.
Una scena straordinariamente carnale e di pura liberazione sessuale, quella diretta da Kirill Serebrennikov nell’adattamento cinematografico del romanzo di Carrère, con un Ben Whishaw completamente calatosi in un personaggio tanto fuori dal comune, sessualmente parlando libertino, fondatore con Aleksandr Dugin e leader del Partito Nazional Bolscevico (messo al bando nel 2007), auto-definitosi nazionalista moderato, socialista “della linea dura” e attivista dei diritti costituzionali. Un poeta, un dissidente, un anarchico affamato di vita e di esperienze diverse, ora omaggiato al Cinema.
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