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Mario Paglino e Gianni Grossi sono due straordinari artisti che dal 1999 danno vita a bambole personalizzate conosciute in tutto il mondo. Da Madonna ad Achille Lauro, le loro creazioni hanno fatto il giro del Globo e sbancato il web, con 1990, ultimo disco del cantante romano, che vede in copertina proprio un loro bambolotto, realizzato in pieno lockdown. Un mondo, quello del collezionismo di Barbie, ai più sconosciuto, da entrambi ormai conquistato.
Da oltre 20 anni voi realizzate bambole che hanno letteralmente girato il mondo. Com’è nata l’idea, la collaborazione. Perché vi siete addentrati in questo universo?
Tutto è nato per puro gioco dopo aver trovato una Barbie in edicola e esserci ritrovati a giocarci entrambi. Da bambini eravamo bullizzati perché giocavamo con le bambole e purtroppo entrambe le nostre famiglie ce le avevano buttate via. Quando da adulti, abbiamo ricominciato a comprarle, prima per gioco, poi come collezionisti, ci siamo resi conto che questo mondo della nostra infanzia era ancora presente nella nostra fantasia.
Siamo davvero partiti cucendo i primi vestiti con i tovaglioli e le tende di casa, anche con un pò di vergogna, fino a quando, grazie ad internet e al nascere dei primi gruppi chat, abbiamo scoperto un mondo di collezionisti adulti, sia in Italia che all’estero.
Ovviamente, essendo due creativi, il passo tra collezionare e personalizzare le nostre bambole è stato davvero breve. Madonna è stata la ragione iniziale, volevamo realizzare una bambola con i suoi outfit e da lì tutto è partito.
Con molta passione e tenacia, abbiamo davvero dedicato tutta la nostra vita ad imparare e perfezionare le varie tecniche che compongono una nostra doll, dal ricamo d’alta moda al dipinto, dalla creazione di accessori alla modellistica.
Poi sono venute le prime fiere amatoriali e per molto tempo questo è rimasto un gioco ed un hobby che solo dopo qualche anno si è trasformato in un vero e proprio lavoro.
Domanda cretina: come mai Magia 2000 come nome d’arte?
È l’acronimo dei nostri nomi, Ma(rio)Gia(nni), quindi MaGia. 2000 perché abbiamo iniziato nel ‘2000 ad esporre. Abbiamo sempre detto che insieme facciamo le magie… per ridere ovviamente.
L’ultimissima vostra creazione sta spopolando, perché avete dato vita alla bambola di Achille Lauro per il lancio del disco 1990. Come ha preso forma l’alter-ego di plastica del cantante.
Durante il lock down, Nicolò Cerioni, nostro amico e suo stylist, ci ha contattato per proporci questa idea.
Era dall’anno scorso, dopo il primo Festival di Sanremo di Achille Lauro, che desideravamo poterlo creare, perché l’abbiamo immediatamente trovato diverso e fresco. Ovviamente dopo i look di quest’anno, era evidente che ne fossimo pazzi e ci eravamo ripromessi di provarci. Quindi quando Nicolò ce l’ha proposto, abbiamo detto subito di si, nonostante le difficoltà a reperire i materiali, abbiamo davvero fatto magie per riuscire a concludere il progetto. Il bambolo è stato completamente ridipinto a mano, anche nei molteplici tatuaggi che lo caratterizzano e i capelli li abbiamo reimpiantati a mano, ciocca per ciocca. Per l’outfit, abbiamo seguito le indicazioni che Nicolò ci aveva dato, compatibilmente con il materiale che avevamo a disposizione, ma è stato subito amore a prima vista una volta terminato.
L’immagine della bambola crocifissa è stata censurata, con un cartellone promozionale negato a Milano, in Corso Como. Avete tratto ispirazione dal Confessions di Madonna?
Ci spiace che questa immagine sia stata censurata, anche se noi non ci siamo occupati dello shooting fotografico e delle idee , crediamo che la libertà di espressione di un artista sia sempre da proteggere.
Da grandi fan di Madonna, il riferimento ci sembra abbastanza diretto, anche se crediamo sia davvero diverso il contesto.
Gli artisti, sono sempre al centro del bersaglio di molte critiche e anche noi, nel nostro piccolo mondo rosa, ne riceviamo molte. L’espressione del proprio gusto estetico può non essere compresa da tutti ma deve essere invece rispettata.
In pochi anni quello che era nato come un ‘gioco’, è diventato un vero e proprio lavoro. Nel 2016 avete ricevuto il Barbie Best Friend Award dall’iconica designer Carol Spencer. Solitamente quanto tempo impiegate per realizzare una bambola?
Ricevere il più prestigioso premio nel mondo del collezionismo di Barbie è stato davvero emozionante ed inatteso. Noi crediamo da sempre che sia il proprio lavoro che debba parlare di te e mai il contrario. Quello che realizziamo deve piacere a noi in primis e quindi a volte sforiamo decisamente le tempistiche che ci siamo prefissi. In genere ci si può impiegare circa quattro giorni, ma ci sono stati progetti che hanno richiesto anche un mese. Spesso sono proprio i progetti più grossi quelli che doniamo in beneficenza, perché sono quelli più invendibili e portano così un aiuto concreto ad organizzazioni che supportiamo.
Cher, Victoria Beckham, Sarah Jessica Parker, Laura Pausini, Giorgia, Sophia Loren, Lady Gaga ma soprattutto Madonna. Le bambole ‘dive’ da voi realizzate, e gentilmente donate ai reali personaggi, sono ormai celebri. Tra tutte, proprio Madonna è la vostra icona preferita, più volte plasmata. Com’è stato l’incontro dal vivo con un’icona, la vostra icona.
Poter essere presenti dal vivo alla consegna della nostra bambola nello show televisivo Graham Norton a Londra, è stato un momento indimenticabile.
Fin da ragazzini seguiamo Madonna, e a soli 14 anni ero tra il pubblico del suo primo concerto a Torino, il fantastico Who’s That Girl Tour del 1987. Incontrare il suo sguardo e poter scambiare alcune battute, ormai diventate iconiche, è stato un sogno divenuto realtà. Molti hanno visto o percepito una Madonna fredda o scostante, ma nella realtà, lei è stata molto simpatica e anche durante la registrazione ha più volte utilizzato la doll per scherzare, oltre ad averla portata via gelosamente con sé. Ne abbiamo poi consegnate altre due recentemente, che ha postato sul suo Instagram durante il lockdown. Immaginate come abbiamo urlato di gioia nel vederle nel suo studio in casa.
A parer nostro, Madonna ha sempre supportato i suoi fan, se pensiamo anche solo al video realizzato con i loro disegni durante il Rebelheart Tour, e anche con noi seppur indirettamente, abbiamo sempre ricevuto complimenti.
Voi collaborate anche con Mattel. Credete che vedremo mai una Barbie dichiaratamente lesbica, o un Ken dichiaratamente omosessuale. Negli anni abbiamo visto più bambole ‘alternative’ LGBT, ma non ufficiali. Arriveremo mai a quel giorno?
Collaboriamo come designer esterni con Mattel per i molti eventi promozionali e le bambole speciali in Europa e in Asia, onore che abbiamo piano piano conquistato negli anni anche grazie a moltissimi progetti.
Ovviamente non possiamo sapere cosa frulli nelle teste creative e nello sviluppo dei nuovi prodotti di Mattel, anche se ormai la diversità ed inclusività è al centro delle linee principali del brand, che ha abbracciato già da anni un messaggio molto positivo, introducendo sempre più tipologie di corporatura e di etnia. Crediamo che il lancio della linea “Creatable World”, la prima linea di doll “gender-inclusive” sia un grande segno di lungimiranza e di apertura, soprattutto perché si rivolge ai bambini liberandoli dagli stereotipi.
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