In Malesia due donne sono state condannate a subire sei frustate sulla pubblica piazza per aver tentato di avere rapporti intimi.
Secondo i giudici, il loro amore è un “atto contro le regole della natura” da punire con un’umiliazione pubblica, la quale purtroppo viene filmata dal pubblico attraverso i telefonini cellulari. Le due donne sono anche state anche multate (per un importo di 3.000 sterline) e dovranno scontare una pena detentiva di quattro mesi se non saranno in grado di pagare quella cifra.
Amnesty International ha chiesto al sultanato di Terengannu (uno dei 13 stati federali che formano la Malaysia) di revocare le due sentenze di condanna. In Malaysia circa i due terzi della popolazione sono musulmani: la loro condotta – in materia di famiglia, matrimonio e sessualità – è giudicata dai tribunali islamici.
Una situazione allarmante
In tutto lo Stato asiatico va detto che si registra un’atmosfera di discriminazione e odio verso i membri della comunità LGBT. Poche settimane fa le autorità locali hanno fatto rimuovere i ritratti di due attivisti da evento pubblico, mentre nei giorni scorsi il ministro della salute del Paese ha dichiarato che l’omosessualità è causata da un “disordine organico”.
Il ministro degli Affari religiosi, Mujahid Yusof Rawa, ha fatto sapere che il governo non appoggerà mai la promozione della cultura LGBT in Malesia.
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Ogni nazione cerca di difendere i mpropriano figli da quelle che, a torto o a ragione, sono ritenute dai responsabili pericolose derive contro natura, suscettibili di pervertire i giovani e degradare l’essere umano con la legislazione che hanno scelto.
Nel caso in questione, sembra che quegli atti siano conclamati.
Interventi dall’esterno non richiesti si configurerebbero come indebite ingerenze nell’autonomia di uno stato sovrano.
Va bene che ogni stato è sovrano, ma si ha diritto di criticare quando si notano delle esagerazioni.
Anch’io posso sapere che alcuni atti non sono proprio naturali e degradano le persone, ma potevano convincere quelle donne a non fare certe cose con le parole e i ragionamenti invece che con le frustrate !
Scusa, ma io mica ho detto di essere islamico e di essere favorevole alle frustrate !!
Anch’io ritengo che la cosa migliore siano “le parole e i ragionamenti”, ma ogni stato è sovrano nella sua autonomia e nella scelta dell’uso della forza.
Altrimenti, i poliziotti non potrebbero mai, ad esempio, arrestare con la forza nessuno