Markie More è un attore porno gay, che la settimana scorsa ha deciso di lasciare il mondo della pornografia per una strada completamente diversa da quella che ha seguito per 6 anni. Questa nuova strada si chiama “Fight The New Drug“, un’associazione no-profit che come obiettivo ha la lotta alla pornografia, etero o gay che sia. L’attore 26enne faceva parte della casa di produzione Next Door Studios, e sarebbe apparso in 131 film.
Con l’annuncio della settimana scorsa, Markie More ha informato i suoi fan che tra un mese i suoi account verranno disattivati. E spiega che ha fatto questa scelta in quanto non intende più promuovere un comportamento lussurioso e deviante. “La lussuria è un mostro e più lo nutri, più diventa affamato“, ha scritto, prima di chiudere sottolineando che ora sta cambiano in meglio. Almeno rispetto ai sei anni precedenti, che ha trascorso facendo il pornoattore.
Su Twitter, More ha anche condiviso alcuni post della sua associazione, riportando testimonianze anonime relative alla pornografia. Frasi del tipo “Ho assistito alla distruzione di numerose persone, amicizie, relazioni, famiglie, ecc” o “Fa molto più male che bene per le persone“. Fino a “Mi scuso sinceramente per averti ingannato“.
I dubbi sulla scelta di More e l’associazione contro la pornografia
A destare dubbi sulla decisione di Markie More però ci sarebbero anche altre motivazioni relative all’abbandono di Next Door Studios. E sono ben più serie e credibili rispetto alla lotta alla pornografia. Sono dei fatti avvenuti a dicembre dello scorso anno, dopo che More aveva accusato il vice presidente della casa di produzione Rocco Fallon di averlo minacciato di morte. Minacce confermate anche dal pornoattore Paul Canon, che a fine 2018 aveva lasciato la società per le stesse minacce ricevute.
L’associazione “Fight The New Drug” spiega invece che la pornografia è “una droga mortale che uccide tutto ciò che è umano in una relazione“. Per confermare questa teoria, cita anche degli studi che vede i pornoattori e coloro che guardano film per adulti come delle persone misogine, insoddisfatte dal punto di vista sessuale, depresse, con scarsa autostima e incapaci di provare dispiacere per le vittime di abusi. L’associazione, viste le sue battaglie, tende a classificare la pornografia come una “crisi della salute pubblica”, e si sta battendo affinché i film per adulti vengano banditi con una legge specifica.
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— Mark More (@markiemore) 18 maggio 2019
stessa buffa parabola di Linda Lovelace (“Gola profonda”). Quando sui set porno non la volevano nemmeno per scopare, nel senso proprio di passare la scopa per terra tra una scena e l’altra, le si risvegliò lil senso morale e passò i suoi ultimi tristissimi anni come ospite e bandiera delle associazioni anti porno.Ma forse si trattava solo di assicurarsi un pasto al giorno.