La 56enne Marta Cartabia, costituzionalista, giurista e accademica italiana, nonché giudice costituzionale dal 2011, è entrata nella storia diventando oggi la prima donna presidente della Corte costituzionale.
“Ho rotto un cristallo – le sue prime parole riportate da LaRepubblica – spero di fare da apripista. Spero di poter dire in futuro, come ha fatto la neopremier finlandese, che anche da noi età e sesso non contano. Perché in Italia ancora un po’ contano“.
Nell’agosto scorso, quando cadde il Governo Conte per volere di Matteo Salvini e il PD si era detto contrario ad un suo bis, il nome della Cartabia prese piede, facendo sorgere non poche perplessità alla comunità LGBT, Gay.it in testa. Vicinissima a Comunione e Liberazione, la Cartabia ha passato più volte espresso opinioni assai contrarie ai nostri diritti. Nel 2011, dinanzi ai matrimoni egualitari a New York, la neo presidente delal Consulta scriveva un articolo di suo pugno intitolato “Matrimonio a ogni costo, la pretesa dei falsi diritti”.
Per quanto riguarda l’Italia, la Corte Costituzionale ha chiaramente affermato (sent. 138 del 2010) che la Costituzione italiana protegge la famiglia, differenziandola da altre forme di convivenza e non permette il matrimonio omosessuale. Mantenere su un piano distinto il matrimonio e la famiglia rispetto ad altre forme di convivenza è discriminare o operare distinzioni?
Parole che vennero applaudite da TEMPI, periodico cattolico, che scrisse proprio a lei una lettera aperta affinché dicesse “una parola chiara sulle unioni civili”, poi fortunatamente approvate.
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Vorrei ricordare a me stesso che i Diritti , se sono tali , NON hanno aggettivi. " Operare distinzioni " e " Discriminare " è un sottile cavillo degno di una tonaca bisunta ; ma anche i sassi sono al corrente che la setta di Comunione e Liberazione è una palestra di ipocrisia finalizzata ad interessi personali . L'avere inserito in quella casella una "prossima" , rappresenta un successo per loro e non promette nulla di buono per la nostra comunità.