Lo Stato messicano del Tabasco, situato nella parte meridionale del paese e affacciato sulla baia di Campeche del Golfo del Messico, ha introdotto da ieri il divieto alle donne di praticare la maternità surrogata alle coppie straniere ed a quelle omosessuali.
Lo stato del Tabasco è attualmente l’unico stato messicano che dal 1998 consente la maternità surrogata. Negli ultimi anni, tale legislazione aveva attirato molte coppie straniere e gay che cercavano di avere figli, facendo così diventare il Tabasco una valida alternativa a quegli stati degli USA (come la California) dove è permessa ma dove il costo può superare i 150.000 dollari. Erano anche sorte anche alcune agenzie di mediazione tra madri surrogate e coppie, che avevano inevitabilmente trasformato il tutto in business, facendo soprattutto leva sul fatto che il reddito della popolazione di quella parte del paese è particolarmente basso, a differenza degli Stati Uniti e del Canada, dove le coppie gay italiane si sono rivolte fino ad oggi. In teoria la legislazione impediva alla coppia di pagare la madre surrogata, ma la realtà era diventata ben diversa.
Il Parlamento dello Stato del Tabasco ha quindi votato lunedì scorso, con 21 voti favorevoli e 9 contrari, la modifica della legge che permette la maternità surrogata. In tale modifica, è anche previsto che la mamma surrogata debba avere un’età compresa tra i 25 ed i 40 anni e dimostrare con certificati medici di poter mettere al mondo un bambino: il Ministero della Salute vigilerà in tal senso. I contratti tra le coppie e la madre surrogata dovranno essere approvati da un giudice e non potranno più essere fatti attraverso società di mediazione, cosa che aveva creato non pochi problemi negli anni precedenti come aveva documentato tempo fa il giornale inglese The Guardian in una inchiesta molto approfondita. La maggior parte delle persone che avevano fatto ricorso alla maternità surrogata nello stato del Tabasco erano originarie della Spagna e degli Stati Uniti.
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