La mobilitazione internazionale ha avuto gli effetti sperati. Il ministro dell’Interno britannico, Jacqui Smith, ha deciso di sospendere la procedura per l’estradizione in Iran di Medhi Kazemi, il giovane gay condannato dal regime degli ayatollah alla pena di morte. Il 19enne iraniano si trova ancora in Olanda, dove però le autorità hanno bocciato la sua richiesta d’asilo e sarà probabilmente inviato in Gran Bretagna, da dove era scappato in seguito all’estradizione richiesta dal governo di Ahmadinejad. La signora Smith ha detto che la sua vicenda sarà riconsiderata, al suo ritorno in Gran Breyagna, alla luce delle "nuove circostanze" emerse.
La mobilitazione in favore di Medhi aveva visto in prima linea le Associazioni Nessuno Tocchi Caino, il Gruppo EveryOne, il Partito Radicale Nonviolento e l’Associaizone radicale Certi Diritti. "E’una vittoria della civiltà e delle democrazie – ha dichiarato Sergio Rovasio, segretario di Certi Diritti -. Non possiamo che esprimere al Governo britannico i nostri più sentiti ringraziamenti per la scelta di salvare la vita a Medhi. Occorre ora garantire, e su questo vigileremo, che in tutti i Paesi dell’Unione Europea venga applicata la direttiva che impone il riconoscimento dello status di rifugiato anche alle persone perseguitate nel loro Paese di origine a causa del loro orientamento sessuale".
Sul caso di Seyed Mehdi Kazemi, è stata approvata anche una risoluzione urgente promossa dai deputati radicali Marco Cappato e Marco Pannella al Parlamento europeo (46 voti a favore, 2 contrari e 12 astenuti). Sottoscritta da 142 eurodeputati e da 62 Lord della ‘House of Commons’ britannica, la risoluzione sollecitava un tempestivo intervento dell’Unione Europea sull’intera questione per salvare la vita al giovane.
Per gli attivisti si è trattato di un "risultato storico". Nel testo, che sarà inoltrato nelle prossime ore alla Commissione UE, al Consiglio europeo, agli Stati membri, all’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati e allo stesso Mehdi Kazemi, si chiede esplicitamente all’Olanda e al Regno Unito che "trovino una soluzione comune in modo da assicurare che sia concesso asilo o protezione sul territorio dell’UE a Mehdi Kazemi e che egli non sia espulso in Iran, dove sarebbe giustiziato, garantendo cosi’ il pieno rispetto dell’articolo della Convenzione europea sui diritti dell’uomo da parte di tutte le autorità europee e segnatamente, nella fattispecie, dal Regno Unito".
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