Ieri, 11 settembre, diverse centinaia di persone hanno manifestato a Città del Messico per esprimere il loro sostegno alla comunità LGBT, all’indomani delle iniziative organizzate in tutto il Messico contro la legalizzazione del matrimonio gay sostenuta dal presidente Enrique Peña Nieto.
“Io amo e rispetto la diversità”, recitava uno dei cartelli, dipinti coi colori della bandiera rainbow, che i manifestanti hanno portato con loro, davanti alla cattedrale della capitale messicana. Cartelli che hanno risposto a quelli esibiti dai manifestanti contrari ai matrimoni gay, che recitavano slogan del tipo: “Nessun bambino è mai nato da un coppia gay”, oppure “Uomo, donna, il matrimonio è fatto così”.
La manifestazione di ieri è stata una risposta a una serie di marce organizzate in 120 città del Paese contro il progetto di riforma costituzionale promosso dal presidente e destinato a rendere legale il matrimonio gay.
Città del Messico nel 2007 è stata la prima città dell’America latina ad autorizzare le unioni civili tra persone dello stesso sesso, prima di legalizzare il matrimonio omosessuale nel 2009, però solo alcuni degli Stati messicani ha seguito il suo esempio. Nel giugno 2015 la Corte suprema messicana ha emesso una sentenza che definisce incostituzionale il divieto di matrimonio gay in qualsiasi stato del Messico.
© Riproduzione Riservata