Emiliano Zapata è stato un rivoluzionario messicano, o meglio il leader della rivoluzione dei contadini e colui che ha dato vita al Zapatismo, il movimento agricolo armato. Vissuto tra il 1879 e il 1919, è un’icona ammirata e amata dai messicani per il suo impegno degli anni della rivoluzione del 1910.
Ultimamente, il Messico sta impazzendo per un dipinto che ha fatto scalpore. Quest’anno ricorre il centenario della morte del padre della rivoluzione, ed è stata organizzata una mostra presso il Palazzo delle Belle Arti. Il dipinto incriminato si chiama La Revolución, realizzato nel 2014 dall’artista messicano Fabián Cháirez. Zapata, sul quadro, si presenta sopra un cavallo, vestito solo con un sombrero in testa e con i tacchi a spillo. Il tutto, in una posa considerata effemminata.
Da cosa deriva la rivolta verso il dipinto di Emiliano Zapata?
E’ proprio la posa “effemminata” e le scarpe con il tacco a indignare i messicani più attaccati al loro Paese e alla rivoluzione dei primi anni del ‘900. Il ministero della Cultura aveva anche pubblicizzato la mostra in onore del rivoluzionario condividendo sulla pagina ufficiale istituzionale la foto del dipinto, gonfiando ancora di più la polemica. La Revolución era già stata mostrata in altri musei, ma non aveva creato nessun problema.
Ad aizzare la rivolta, stavolta, è stato il nipote di Zapata, Jorge Zapata González. E’ stato lui a richiedere che l’opera venga subito rimossa. Secondo il parente, l’opera offenderebbe Emiliano Zapata e la sua famiglia, poiché:
Per noi come parenti, questo ritratto denigra la figura del nostro generale, descrivendolo come gay.
Ecco il motivo principale: la storia del grande eroe messicano potrebbe essere screditata solo perché “sembra gay”. Questo ha portato anche a manifestazioni che richiedono addirittura che il quadro venga bruciato, accompagnato inoltre da diversi slogan omofobi. Come risposta, sono scese in piazza a manifestare anche le maggiori associazioni LGBT, aggiungendo caos al caos. Le proteste, però, non hanno portato a nulla.
La difesa dell’opera
Il curatore del Museo non ha intenzione di rimuovere il dipinto, e prende le difese dell’artista che lo ha creato.
Lo stesso autore, Fabián Cháirez, ha dichiarato alla Bbc che il quadro non intende offendere una figura così importante per il Messico. Ma voleva creare un’opera diversa rispetto alle altre che mirano a:
Esaltare la mascolinità di Zapata.Ci sono alcune persone che provano disagio nel vedere corpi che non rispecchiano i canoni consolidati. Relativamente al mio dipinto, dove sta il suo significato offensivo? I miei contestatori parlano di insulto semplicemente perché Zapata è raffigurato come un effeminato.
Lo scalpore nato dall’Emiliano Zapata gay va in contrasto con un Paese che si è sempre dimostrato aperta e tollerante verso la comunità LGBT. Anche la politica ha fatto la sua parte, dimostrandosi inclusiva e accogliente con leggi contro le discriminazioni, matrimoni gay e adozioni per le coppie dello stesso sesso (anche se non è legale in tutti gli Stati). Ma che non si tocchi l’eroe virile e macho della rivoluzione!
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