NBC News ha pubblicato un’indagine riguardante i migranti LGBT detenuti nei centri ICE (Immigration and Customs Enforcement) gestiti dall’Ufficio Immigrazione americano.
I dati sono allarmanti: solo lo 0,12% del totale dei migranti sono omosessuali, ma sono anche il 12% delle vittime di violenza sessuale. Questo significa che un migrante gay ha una probabilità 97 volte superiore di subire delle violenze. Lo conferma il rapporto del Center for American Progress (un’organizzazione di ricerca e di difesa delle politiche pubbliche). Una situazione peggiore rispetto alle carceri normali, dove comunque la possibilità c’è ed è molto alta.
L’indagine di NBC News riporta inoltre che i responsabili degli abusi sono sia gli altri detenuti che il personale stesso, il quale dovrebbe invece garantire la sicurezza di tutti i presenti nel centro. Molto spesso, i migranti LGBT inoltre vengono messi in isolamento come forma di protezione. Ma i periodi si prolungano anche per oltre 15 giorni, ovvero oltre il massimo di tempo consentito. Quindi, nei 99 giorni di permanenza media all’interno degli ICE, i migranti gay sono condannati a passare gran parte del giorno in isolamento. Questa durata è causata dei tempi infiniti della legge per analizzare le richieste di asilo.
Il rapporto di NBC per i migranti LGBT nel dettaglio
Il rapporto del Center American Progress è stato redatto dietro la richiesta della rappresentate degli Stati Uniti per il 4° distretto di New York Kathleen Rice. L’ex procuratore ha voluto avviare un’indagine a seguito delle numerose segnalazioni di abusi e violenze da parte dei migranti LGBT. Il rapporto indica che nel 2017, ci sono stati in tutto 227 abusi, 28 di queste vittime erano membri della comunità LGBT.
Sharita Gruberg, redattrice del rapporto, ha spiegato che questi numeri sono aumentati rispetto agli anni precedenti dopo la politica estera del presidente Donald Trump. Questa, indirettamente, ha comportato un maggiore isolamento dei detenuti omosessuali. I numeri, inoltre, potrebbero anche essere più alti rispetto a quelli ufficiali, perché sono molti coloro che decidono di non segnalare la violenza, per paura di non essere creduti o di essere messi nuovamente in isolamento.
La situazione diventa peggiore quando si parla di migranti transessuali. Le violenze aumentano e non c’è alcuna forma di difesa da parte dei responsabili della struttura.
La storia di Noelia
Noelia è un ragazzo che non ha ancora capito il suo orientamento sessuale, ma si definisce gay e utilizza i pronomi maschili per parlare di se stesso. Non vuole rivelare il suo vero nome, né il suo Paese di origine. È stato 6 mesi in un ICE della Georgia, ed è ancora in attesa dello status di rifugiato.
Nel suo Paese è stato violentato dai membri di una gang e non poteva più sopportare il clima omofobo che era costretto a vivere ogni giorno. È solo uno dei molti casi di abusi che avvengono negli ICE. Noelia è stato bloccato in un bagno da un gruppo di detenuti e costretto a fare sesso orale con loro. È riuscito a scappare, ma ha spiegato che è una situazione che capita quotidianamente.
Credits: Berlinestanous
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