TERNI. Si chiama “Uomini e demoni” il volume recentemente presentato a Terni, interamente dedicato alla storia dell’olocausto omosessuale nella Germania nazista tra il 1929 e il 1945.
Si tratta di un testo importante, perché ripropone in modo forte il tema dimenticato dell’eliminazione dei “triangoli rosa” durante il nazionalsocialismo, e perché lo fa con il diretto contributo del Comune e della Provincia di Terni, che hanno interamente finanziato il programma di ricerca di Stefano Ardenti e Sara Vedova, curatori del volume.
Si tratta di un esperimento “pilota” – al momento l’unico nel nostro Paese – al quale l’amministrazione comunale e provinciale della città capoluogo ha concesso un finanziamento pubblico di circa 2.000 euro.
“Uomini e demoni” – spiega Stefano Ardenti – “adotta il punto di vista di Massimo Consoli (autore di “Homocaust. Il nazismo e la persecuzione degli omosessuali”, Kaos edizioni), ma al tempo stesso ne aggiorna considerevolmente gli esiti della ricerca, grazie al nuovo apporto di due studiose: Ilse Cocula e Claudia Schoppmann (quest’ultima collabora con il Museo dell’Olocausto di New York), che subito dopo la caduta del muro di Berlino del 1989, hanno avuto accesso ai documenti segreti dell’ex Repubblica Democratica di Germania, avviando nuovi studi sull’argomento. Diversamente dal nord Europa e dall’America, in Italia esiste ancora oggi un grosso debito informativo sul rapporto tra Olocausto e omosessualità. Di qui, la necessità di una riflessione molto più ampia sul nazionalsocialismo in relazione alla storia dei diritti gay.” Riflessione che si è scontrata subito con la difficoltà di avere accesso, in assenza di traduzioni e distribuzioni italiane, al corpus dei circa venti volumi che costituiscono l’esito ancora parziale delle ricerche avviate dal tandem Cocula /Schoppmann.
Anche se l’ambizione della proposta avanzata dai curatori è notevole, non risulta immediatamente evidente come si inserisca Terni nell’asse di studi Berlino-New York. “Questo è in effetti il vero punto di svolta – continua Ardenti – dato che per la prima volta in Italia le due principali amministrazioni del territorio non si dichiarano genericamente “gay-friendly”, ma spendono i soldi della collettività per finanziare un progetto di ricerca a favore della storia dei diritti omosessuali e del loro rapporto con il totalitarismo. Tutto questo è possibile in primo luogo grazie alla sensibilità degli amministratori locali, ma anche grazie ad una realtà sociale che nel centro Italia si sta considerevolmente aggiornando.” Situazione che vede ad esempio, nella stessa regione, l’istituzione dei registri delle coppie di fatto da parte di molte realtà comunali (Terni, Spello, Narni, Todi), nonché l’appoggio di molti movimenti politici alla cosiddetta “mozione standard”, relativa al riconoscimento giuridico delle unioni di fatto.
Diviso in tre parti, il libro (già presente nel territorio ternano e presso la libreria “Babele” di Roma; si stanno inoltre programmando alcune presentazioni presso le principali sedi Arcigay) è anche un documento di riflessione critica sull’identità gay: “Con ciò – conclude Ardenti – intendo dire che la cultura gay non può essere ridotta alla rete dell’associazionismo ricreativo. In questo senso, il libro vuol porsi anche come strumento pedagogico per la comprensione del fenomeno omosessuale dal punto di vista psicosociale, dato che le nuove forme di affettività in Italia riguardano oltre il 10 percento della popolazione.”
Mantenendosi sulla traccia storica, Sara Vedova fa notare che, grazie alle ricerche avviatesi dopo il 1989, è ora possibile avere un quadro di riferimento più dettagliato sul trattamento delle donne omosessuali nel periodo del nazionalsocialismo.
“Assistiamo su questo – spiega la ricercatrice – ad un fenomeno di discriminazione “doppia” del maschio omosessuale rispetto al suo reciproco femminile. L’omosessuale maschio è per il Reich un nemico da sopprimere, perché rappresenta una minaccia per la moralità, la purezza della razza e per la volontà di potenza della nazione. La donna lesbica, al contrario, benché ghettizzata, viene sempre considerata adattabile, con opportuni accorgimenti (leggi: accoppiamenti eterosessuali forzati) alla politica demografica del Reich. Lo dimostra il fatto che le uccisioni di donne lesbiche sono statisticamente inferiori a quelle di maschi omosessuali. L’uomo gay è sottoposto come gli ebrei, gli zingari, i testimoni di Geova, i dissidenti politici ad una feroce pratica di sterminio.”
“Uomini e demoni“, a cura di Stefano Ardenti e Sara Vedova, (con il patrocinio del Comune di Terni e della Provincia di Terni), € 12,00.
Per informazioni: giostradisuoni2002@libero.it; Libreria “Laurentiana” (Terni): 0744-408083.
di Dario Remigi