Intervista a Terni Pride 2024: “Terni è un valido esempio degli effetti negativi del patriarcato, incarnato in più occasioni dalle sue stesse istituzioni”

La partenza del corteo sarà alle 15:30 da Piazzale della Rivoluzione Francese. Sabato 25 maggio, oltre ai Pride di Modena ed Alessandria, torna il Pride Transfemminista umbro

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terni pride 2024
7 min. di lettura

Il Terni Pride si prepara ad attraversare le strade della città questo sabato 25 maggio.

L’evento, curato dall’associazione Esedomani Terni LGBTQIA+ in collaborazione con varie entità locali, segue un percorso preciso che parte alle 15:30 da Piazzale della Rivoluzione Francese. Il corteo prosegue lungo Via Curio Dentato, Viale Brin, Via Campofregoso, e Via Lungonera Savoia, passando per la Rotonda Obelisco Lancia di Luce e Corso del Popolo. Dopo aver attraversato Piazza Ridolfi e Piazza Europa, il corteo concluderà il suo cammino in Piazza Solferino, dove si terrà un intervento finale intorno alle 17:30. Durante il corteo, partecipanti e spettatori possono condividere esperienze e aggiornamenti sui social usando l’hashtag #ttp24.

Il Pride Party si terrà al B Side di Terni: la serata disco “Eternitè” vedrà anche la finale del contest per eleggere Miss Drag Queen Terni 2024.

Nell’intervista che segue, esploreremo le motivazioni dietro questo evento, le sfide affrontate dal comitato organizzatore e le speranze per il futuro del Pride a Terni.

Terni Pride 2024 – INTERVISTA

1) Presentazione del comitato organizzatore: chi siete (associazioni, persone ecc. che si vogliano menzionare)

Transfem Terni Pride è ideato e organizzato dall’Associazione Esedomani Terni LGBTQIA+, attiva sul territorio di Terni da oltre 10 anni.

Il nostro progetto ha preso vita a gennaio 2024 e ci siamo immediatamente dat* da fare per cercare supporto dalle altre realtà vicine a noi, iniziando da Terni Donne/Casa delle Donne per poi piano piano coinvolgere anche il CSA Germinal Cimarelli. Arci Terni e molti molti altri.

Sapevamo sin da subito che puntare su un Pride Transfemminista sarebbe stato politicamente molto forte e dirompente.

Il Pride month è partito il 20 aprile scorso e si sta svolgendo in varie location della città che ospitano eventi gestiti sia da noi che da oltre 40 associazioni e alcuni partiti politici.

2) Ci sono altre realtà locali che sostengono e partecipano alla vostra iniziativa? 

Associazioni

Esedomani Terni LGBTQIA+ (Promotrice) / Umbria Pride, Agedo Terni, Associazione Terni Donne – Casa delle Donne, Famiglie Arcobaleno Umbria, Arci Terni, CSA Germinal Cimarelli, UDU – Unione degli Universitari di Terni e Narni, UDS – Unione degli Studenti Terni, Rete degli Studenti Medi Terni, Il Pettirosso, Jonas Club, Ephebia, Civiltà Laica, Iro Iro, Bottegart, Beyond what they shell, Neiwaigong, Liberamente Donna, Collettivo Catena, Terni Sold Out, Art Du Déplacement Academy Umbria, Una Regione Per Restare, Rete Umbra per l’Autodeterminazione, Forum Donne Amelia, Omphalos, Associazione Donne La Rosa – Città della Pieve, AltroVento Umbria, Tuscia Pride, Marche Pride, Arcigay Comunitas Ancona, Rete femminista Marche Molto+di194, Differenza Lesbica – Arci Roma, Gay Center Roma, Radio Gender Siena, Pazzesko Siena, Radio 3 Network, Rete Lenford, Avvocatura per i diritti LGBTI, UDI – Unione Donne in Italia, Rete donne transfemminista – Arcigay, Legambiente Perugia Valli del Tevere, ANPI Circolo 13 giugno, Terni, FIOM-CGIL Terni, CGIL Provincia di Terni, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale Umbria, Giovani Dem.

Partiti

Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Partito di Rifondazione Comunista, Potere al Popolo

3) Su quali rivendicazioni ritenete che ci sia ancora bisogno di manifestare, scendere in piazza e fare un Pride?

Contrastiamo il patriarcato, che si fonda sulla sopraffazione e sulla violenza. Le conseguenze di questo modello si traducono in crisi e dislivelli socioeconomici, ambientali e culturali e in discriminazioni che colpiscono tutta la comunità transfem-lgbtqia+ e ancor più pesantemente  tutte le specificità e singolarità più svantaggiate.

Ci mobilitiamo per la visibilità delle persone LGBTQIA+, per l’educazione emotiva e sessuale, per il matrimonio egualitario, per la legittimazione delle relazioni non monogame, per avere leggi che ci tutelino contro la discriminazione e la violenza, per la parità salariale, per l’accessibilità universale, per aumentare i fondi ai Centri Antiviolenza, per il riconoscimento delle persone genitrici LGBTQIA+ e dei figli alla nascita, per l’accesso alla Procreazione Medicalmente Assistita e alla Gestazione Per Altrə, per persone single e LGBTQIA+, per il riconoscimento del genere autodeterminato, per la garanzia del diritto all’identità di genere e all’integrità fisica e psichica delle persone, per la possibilità di avere un genere neutro nei documenti personali e per l’adozione di carriere alias a scuola e sul luogo di lavoro.

Vogliamo uno sviluppo sostenibile, in grado di tutelare l’ambiente contrastando lo sfruttamento indiscriminato e criminale delle risorse naturali. Contestiamo la discriminazione basata sulla specie come manifestazione di una cultura capitalista di stampo antropocentrico.

4) Quali sono le principali sfide che la comunità LGBTIQ+ affronta nella vostra città?

La sfida principale a Terni è dare visibilità e tutela alle persone della comunità queer in modo che ogni persona possa essere libera e sicura nell’autodeterminarsi.

Portando alla luce e rendendo disponibili a tuttə sia dati scientifici che storie di lotta collettiva e vissuti personali di discriminazioni e violenze subite, si vuole abbattere la barriera dell’ignoranza e riaffermare che finchè una persona non sarà libera e sicura di esprimersi, quello sarà sempre un problema di tutta la società e non qualcosa di personale.

Con gli eventi proposti puntiamo sulla condivisione delle informazioni con tutta la cittadinanza, incluso il personale sanitario e istituzionale, gruppi che più di altri possono fare la differenza per garantire la salute delle persone.

Terni è una realtà di provincia, è una città sfruttata e depauperata economicamente e culturalmente, è un valido esempio degli effetti negativi del patriarcato, incarnato in più occasioni dalle sue stesse Istituzioni. Non a caso si è deciso di fare un Pride transfemminista proprio qui.

5) Come coinvolgere la comunità locale alla partecipazione?

Il nostro modus operandi nasce da alcuni eventi organizzati in collaborazione o coordinate con diverse associazioni. Da qui l’idea di costruire attorno alle tematiche transfemministe, antifasciste e pacifiste del Pride, una rete di associazioni. Fare rete, oltre la funzione preparatoria alla manifestazione ha avuto anche il merito di creare nuovi rapporti di conoscenza e scambio intellettuale e umano fra le persone attiviste, che sono alla base di ogni cosa.

6) Comune e Regione hanno dato patrocinio al Pride? Quali istituzioni locali avete dichiaratamente dalla vostra parte? E quali no, e perché?

Diciamo che la decisione del Comitato del TTP24  di non richiedere il patrocinio ha innervosito qualcuno… No, non abbiamo nessuna Istituzione al nostro fianco.

In compenso abbiamo avuto molto sostegno dalla città, anche economico, con piccole donazioni che ci hanno aiutato ad affrontare le spese organizzative. Per noi ha significato moltissimo.

7) Avete previsto delle attenzioni particolari in merito all’accessibilità?

Abbiamo elaborato una mappa della parte della città coinvolta nella sfilata fornendo indicazioni sull’accessibilità per persone con disabilità, le abbiamo anche verificate. Inoltre ci stiamo impegnando per avere anche interpreti LIS durante il comizio finale (impresa non da poco).

Luca Montali, presidente della nostra Associazione, ripete sempre: “il Pride è un momento di festa e celebrazione di noi stess*!”

Leggi qui il manifesto politico di Terni Pride

Di seguito i punti richiesti dal Terni Pride alle istituzioni nazionali e a quelle locali:

  • Riconoscimento dellə figliə alla nascita per tuttə le genitrici ed i genitori
    LGBTQIA+ (persone, con qualsiasi identità di genere, orientamento
    sessoaffettivo, in relazione monogama o non) sia per lə bimbə già natə che per
    quellə che nasceranno.
  • Adozione per persone con qualsiasi identità di genere, orientamento sessuale,
    relazionale ed affettivo anche single.
  • Legge nazionale sulla responsabilità genitoriale (indipendentemente dalla
    relazione che lega lə partner: sposatə, separatə, unitə civilmente, conviventi,
    monogamə, non monogamə, …).
  • Ribaltare l’approccio normativo affinché le persone cui è stata usata
    violenza, non debbano farsi carico del superamento di ulteriori ostacoli
    (come la vittimizzazione secondaria, l’allontanamento dalla casa ed affetti,
    l’isolamento, le difficoltà economiche e di inserimento nel campo lavorativo, le
    difficoltà di legittimazione legale della violenza subita e dei danni conseguenti)
    per ottenere l’accesso alla propria facoltà di autodeterminazione.
  • Aumentare i finanziamenti ai Centri Antiviolenza (CAV), alle case rifugio,
    alle case in semiautonomia ed ai Centri psico-educativi delle persone autrici
    di violenza senza discriminazione di genere e distribuire i fondi secondo
    criteri che mettano al primo posto la salute e libertà di chi ha subito la violenza.
  • Rivendichiamo altresì l’impegno delle Amministrazioni comunali ad assegnare la
    gestione dei suddetti centri a Organizzazioni, Associazioni e/o Enti che, in
    accordo alla Convenzione di Istanbul, abbiano dimostrato di avere una specifica
    formazione in merito, e che appartengano ad una visione di genere che può
    essere garantita solo da percorsi di appartenenza e non da altro.
  • Abolizione dell’obiezione di coscienza nelle strutture sanitarie pubbliche.
  • Inserimento del diritto inalienabile delle donne all’interruzione volontaria di
    gravidanza e all’accesso alle pratiche contraccettive nel dettato
    costituzionale.
  • Diffusione dell’educazione emotiva e sentimentale, sessuale, all’affettività
    ed al consenso nelle scuole e negli altri contesti sociali.
  • Incentivare un dibattito libero da pregiudizi sul tema della GPA – Gestazione
    Per Altrə, per arrivare ad una legge che consenta anche in Italia una GPA con al
    centro l’autodeterminazione della donna e il rispetto di tutte le soggettività
    coinvolte.
  • Legge contro la disparità salariale, con istituzione di meccanismi di controllo
    e relative sanzioni.
  • Estensione del periodo di congedo parentale paritetico per vivere la nascita
    di una persona in modo più in linea con i processi naturali piuttosto che con
    quelli economici.
  • Legge che mira a contrastare la discriminazione e la violenza basate sul
    sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla
    disabilità.
  • Diffusione di informazioni e pratiche sociali per contrastare
    l’invisibilizzazione delle persone LGBTQIA+ e attività di formazione rivolte a
    tutto il personale sanitario.
  • Modifica degli articoli costituzionali che regolamentano la famiglia per
    rendere possibile il matrimonio egualitario.
  • Tutela e riconoscimento legale dei diritti delle relazioni non monogame;
  • Garantire l’accesso alla PMA – Procreazione Medicalmente Assistita in Italia
    per le persone single e LGBTQIA+ in relazione.
  • Garantire accessibilità universale (con l’eliminazione delle barriere tra cui
    quelle fisiche, digitali, comunicative, di comprensione) e assistenza personale
    volta a preservare la dignità e la libertà di autodeterminazione di ogni individuə.
  • Riconoscimento legale del genere autodeterminato e conseguente
    rettificazione anagrafica del sesso assegnato alla nasciata con una
    autodichiarazione, senza passare per una procedura autorizzativa e senza
    dover produrre documentazione aggiuntiva come quella psico-diagnostica o
    medica. Il diritto all’identità di genere è una parte essenziale del diritto
    all’identità personale rientrante nei diritti inviolabili dell’uomo garantiti per
    Costituzione (art. 2) e dalla Convenzione europea dei diritti umani (art. 8).
  • Libero e gratuito accesso alle modalità di attuazione del percorso di
    affermazione di genere, con eliminazione dell’autorizzazione giudiziaria
    all’intervento chirurgico.
  • Garantire il diritto all’integrità fisica e psichica della persona, proibire
    trattamenti invasivi e irreversibili, comprese le cosiddette terapie riparative,
    inclusa la chirurgia per modificare le caratteristiche sessuali, i trattamenti
    ormonali, indagini non necessarie, senza il consenso libero, informato e
    consapevole della persona interessata anche se minorenne (no trattamento
    prenatale, aborto selettivo, mutilazioni e “normalizzazione di genere” delle
    persone intersex/VCS), anche fatte fuori dal territorio nazionale.
  • Garanzia della tutela legale gratuita, non assoggettabile a prescrizione, alle
    persone che hanno subito trattamenti invasivi a scopo normalizzante,
    esplorativo, di studio senza consenso esplicito, libero ed informato e
    riconoscimento dell’impatto dello stigma per il diverso nella società oltre
    alle dirette conseguenze dell’intrusione sanitaria traumatizzante e/o non
    necessaria, sulla salute psico-fisica e sulle condizioni di vita.
  • Previsione di un genere neutro nei documenti personali, e possibilità di
    cambiare il nome anche senza la rettificazione del sesso assegnato alla
    nascita.
  • Obbligo di servizi igienici non differenziati per genere nelle scuole di ogni
    ordine e grado, università e posti di lavoro pubblici e privati.
  • Obbligo dell’adozione di carriere alias nelle scuole di ogni ordine e grado,
    università e posti di lavoro pubblici e privati.

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