Per la serie “predicano bene e razzolano male”, l’ipocrita del giorno si chiama Barry Cole Poyner, e fa parte della Kirksville Church of Christ in Missouri. Apertamente omofobo, non perdeva occasione di avere incontri sessuali con dei ragazzi conosciuti tramite l’app per incontri Grindr. Era disposto a pagare o fare regali per convincere gli utenti a organizzare un appuntamento. Nulla di nuovo, in tutti i sensi. Difatti, sui social attaccava sempre la comunità LGBT e il sesso fuori dal matrimonio, citando addirittura passi della Bibbia. Nel tempo libero, invece, incontrava ragazzi gay per rapporti sessuali.
Barry Cole Poyner è anche professore di comunicazione alla Truman State University del Missouri e secondo la Polizia, che sta seguendo il caso, avrebbe anche cercato di molestare alcuni ragazzi, per avere rapporti sessuali anche fuori dalle app.
I post dell’omofobo Poyner contro gli omosessuali
Un post pubblicato sul suo profilo Facebook dice:
Non sai che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non essere ingannato; né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né omosessuali.
Un altro invece attacca il sesso fuori dal matrimonio:
Se stai facendo sesso e non sei sposato, non si chiama appuntamento, si chiama fornicazione.
Naturalmente, la Kirksville Church of Christ non si è pronunciata sulla questione, ma l’omofobo Poyner avrebbe chiuso il profilo Facebook. E’ stato invece espulso dall’Università in cui insegnava, la quale gli ha negato l’accesso alla zona del campus:
L’Università è a conoscenza della situazione relativa a Barry Poyner. È stato sospeso e informato di non essere autorizzato ad accedere al campus, di non avere alcun contatto con le organizzazioni studentesche o di partecipare a eventi o attività del campus. L’università sta collaborando con le forze dell’ordine e non farà ulteriori commenti mentre la questione è sotto inchiesta.
L’arresto dell’uomo
La Polizia è riuscita a risalire all’uomo proprio attraverso Grindr. L’affetto da omofobia interiorizzata difatti aveva un profilo nella app che aveva chiamato “DILF”. Attraverso quell’utente, proponeva soldi per il rifornimento dell’auto, regali o altre tipologie di pagamento per convincere i ragazzi ad avere un rapporto sessuale.
Nel giorno dell’arresto stava andando a incontrare un ragazzo di 18 anni, che in realtà era un agente di Polizia, il quale aveva creato un finto profilo per incastrarlo.
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