Tra poche ore prenderà il via l’Olimpiade invernale più LGBT di sempre.
Il primo atleta dichiaratamente gay ad essersi qualificato per Pyeongchang 2018 è stato Adam Rippon, primo storico sportivo USA ufficialmente omosessuale a strappare il tagliando olimpico invernale.
28enne pattinatore artistico della Pennsylvania, Rippon si è rifiutato di incontrare il vicepresidente degli Stati Uniti d’America Mike Pence, atteso in Corea del Sud per la cerimonia di apertura dei Giochi.
Intervistato da Usa Today, Rippon ha così ricordato la conclamata omofobia del vicepresidente repubblicano: “Intendi Mike Pence, lo stesso Mike Pence che ha sostenuto i centri delle teorie riparative? Non me la bevo. Se dovessi incontrarlo prima della gara, non abbandonerei mai la mia strada per incrociare qualcuno che si è fatto in quattro per dimostrare non solo di essere nemico dei gay ma anche di far credere a tutti che siamo malati. Non voglio uscire fuori dal mio mondo per incontrare qualcuno così“.
Parole chiare e coraggiose, quelle dell’atleta, a cui ha replicato la segretaria di Pence, secondo cui i concetti espressi dal pattinatore sarebbero pregni di ‘disinformazioni’.
“Il vice presidente è orgoglioso di guidare la delegazione degli Stati Uniti alle Olimpiadi e di sostenere gli incredibili atleti americani“, ha dichiarato Alyssa Farah. “Queste accuse sono totalmente false e non hanno fondamento. Nonostante questo, il vice presidente sosterrà con entusiasmo tutti gli atleti statunitensi in competizione a Pyeongchang“.
Secondo quanto riportato da Usa Today lo staff di Pence avrebbe a lungo lavorato sottotraccia per un incontro con Rippon, al momento concentrato solo e soltanto sulle gare. A Giochi finiti, ha concluso Adam, ‘potrebbe esserci la possibilità di un incontro pubblico‘. Magari con una luccicante medaglia al collo.
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