Dopo mesi di polemiche internazionali, il Kenya ha revocato il divieto al film ‘Rafiki’, storia di un amore lesbo della regista Wanuri Kahiu.
Rafiki, che significa “amico” in swahili, era stato letteralmente bandito dai cinema di tutto il Paese, anche se acclamato dalla critica all’ultimo Festival di Cannes. Adattato dal romanzo ‘Jambula Tree’ scritto dalla scrittrice ugandese Monica Arac de Nyeko, il film era stato censurato dal Kenya Film Classification Board (KFCB) perché colpevole di affrontare “il tema dell’omosessualità col chiaro intento di promuovere il lesbismo in Kenya, contro le leggi e i valori dominanti nel Paese. È immorale trasmettere contenuti che glorificano i vizi. Il 99% dei cittadini è d’accordo con noi”.
La Kahiu ha citato in giudizio il governo keniota e vinto la sua battaglia, con la pellicola da ieri e per 7 giorni distribuita nelle sale di casa, in modo da poter correre per gli Oscar.
Wilfrida Okwany, giudice che ha emesso la sentenza, si è detta tutt’altro che convinta che il Kenya sia “una società tanto debole da vedere scossa la propria base morale a causa di un film del genere”. Dudley Ochiel, avvocato della Kahiu, ha descritto la sentenza come “una vittoria per la libertà di espressione e per la creatività artistica”. Rafiki, nel frattempo, sarà presentato al London Film Festival di ottobre, dopo essersi fatto vedere anche al 48° Giffoni Film Festival.
Il film racconta la storia d’amore tra Kena (Samantha Mugatsia) e Ziki (Sheila Munyiva) in un villaggio ugandese, dove l’omosessualità è illegale – si rischiano 14 anni di carcere – come in altri 37 Paesi africani su 54. Le due ragazze si conoscono quando i loro padri entrano in competizione per un seggio nel Consiglio Direttivo di Nairobi. Quando la loro amicizia si trasformerà in amore, dovranno combattere contro l’omofobia diffusa nella società kenyota.
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