Chi scappa dalle guerra e dalla fame, sogna un Paese dove non rischia la morte ogni giorno. Per un rifugiato gay, però, iniziare una nuova vita è più complicato. A spiegare questo concetto è un ragazzo omosessuale siriano, scappato dal Paese per la guerra e per il suo orientamento sessuale, scoperto da alcuni colleghi. Se lo avessero rivelato, sarebbe stato arrestato e condannato. Ha voluto raccontare la sua storia a un giornalista di Vice Germania, dato che il ragazzo ha ottenuto lo status di rifugiato in quel Paese.
Il ragazzo ha chiesto più volte di non diffondere il suo vero nome, scegliendo Alex come pseudonimo. In Siria studiava economia e lavorava in un hotel, quando poteva incontrava anche altri ragazzi gay, di nascosto. Ha spiegato che i siriani che fuggono si portano dietro tutte le opinioni negative sugli omosessuali, quindi come non li accettavano in patria, non li accettano nemmeno nel Paese di arrivo.
Molte persone che provengono dal mio paese sono arrivate in Germania. E si sono portate dietro le loro opinioni sulle persone gay. Continuano a rifiutarci.
A causa di questo, è un problema convivere con tutti gli altri nei centri di accoglienza. Un rifugiato gay non può essere sé stesso, quindi è costretto a mantenere segreto il suo orientamento. Anche “ammettere” di essere omosessuale alle autorità non è facile, perché si ha paura della loro reazione e molti si vergognano di dirlo, rimasti con la convinzione che per la famiglia sarebbe un disonore. Lo stesso Alex non ha detto apertamente di essere gay, ma solo di appartenere a “un gruppo sociale perseguitato“. E potrebbe essere rimandato in Siria, quando sarà ritenuto un luogo sicuro.
Il disagio di un rifugiato gay anche dopo essere scappato dalla Siria
Gli episodi di violenza nei centri di accoglienza da parte di altri rifugiati non vengono segnalati, “lasciando correre” un episodio che in Germania è punito dalla legge. Conoscere altri ragazzi siriani gay è quindi molto complesso, poiché tutti tendono a rimanere nascosti.
Naturalmente, le associazioni si sono attivate e da anni organizzano settimanalmente un incontro dedicato proprio ai rifugiati gay. Durante l’incontro, viene spiegato che in Germania l’omosessualità non è un reato. Che è normale vedere una coppia di due uomini o due donne. E che anche un bacio in pubblico non comporta alcun pericolo. Convincerli di questo è importante, poiché è l’unico modo per essere sé stessi.
Ma a volte non basta. Alex ad esempio non ha detto quasi a nessuno di essere gay. In Germania vivono anche i suoi fratelli; se scoprissero il suo orientamento, taglierebbero i rapporti e sarebbe rifiutato dalla sua famiglia per sempre. Comunque, anche se non dichiarato, riesce a incontrare altri ragazzi con più semplicità rispetto a prima, essendo andato a vivere da solo. Ora non rischierà di essere arrestato semplicemente per vivere la sua vita.
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Alessandro, se stesso si scrive senza accento. Due volte nello stesso articolo è veramente troppo. Di ignoranza ce n'è già abbastanza, non diffondiamone altra, grazie