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SENTIRSI BRUTTO

Imparare a diciotto anni ad accettare il proprio aspetto.

SENTIRSI BRUTTO - accettazione sentirsibrutto - Gay.it
3 min. di lettura

Salve a tutti!! Io sono Marko,ho appena compiuto 18 anni (proprio oggi!) e volevo rivolgermi a voi riguardo un problema che mi assilla da quando sono nato. Io mi sento brutto. So che a voi puo sembrare una stupidaggine, ma io mi vergogno anche di uscire di casa. Allora, cominciamo tutto da capo.. ho scoperto a 15 anni di essere gay.. da quel momento ho avuto molti ragazzi, delle belle storie, finite tutte male per colpa della mia insicurezza. Sono molte le persone a cui piaccio, molti mi dicono di essere un bel ragazzo, ma io non ci credo. Ogni volta che qualcuno mi dice "quanto sei figo!" io non ci credo, la prendo come una presa in giro e sottovaluto la mia persona. Con i miei fidanzatini precedenti era la stessa cosa, loro mi volevano bene, mi facevano dei complimenti, ma io credevo, sbagliando, che lo dicessero per convenzione o per circostanza… cosi ho rovinato tutte le mie storie e gran parte della mia vita. Non so come fare, forse ho bisogno di uno psichiatra?!

L’ultima speranza siete voi, vi prego, rispondetemi. Grazie anticipatamente.

PS. Non vorrei sembrare un ipocrita trasformista ovvero una persona che bada solo al’aspetto esteriore perche non e’ cosi. Grazie

Marco

caro Marco,

prima le buone notizie: sei decisamente in buona compagnia! Molti nel corso della propria vita, e quasi tutti durante l’adolescenza, hanno avuto il tuo stesso problema: si sono considerati irrimediabilmente brutti! Ti sorprenderebbe constatare come anche uomini e donne decisamente gradevoli nel loro aspetto fisico e oggettivamente attraenti, a giudicare dal numero dei corteggiatori/trici, restino saldamente convinti della propria bruttezza. Come succede a te, nemmeno reiterati complimenti da parte degli altri servono a placare quest’ansia relativa al proprio aspetto fisico. Il ricorrere compulsivamente alla palestra per "costruirsi un corpo adeguato", le dieta eterna, un uso ingiustificato della chirugia plastica, sono sintomi di questo malessere. Allo stesso modo anche chi adotta un comportamento di seduzione indiscriminato, ovvero cerca di "far cadere nella rete" un numero quanto possibile maggiore di spasimanti, senza tuttavia concedersi mai, può essere alla ricerca di conferme inerenti la sua capacità di piacere, proprio per l’aspetto fisico.

Ed ecco le cattive notizie: il problema non è di facile soluzione! Infatti, da un lato siamo abituati a confrontarci con modelli di riferimento assolutamente eccezionali (i modelli della pubblicità o le star cinematografiche) che per la maggior parte di noi sono assolutamente irraggiungibili, anche a fronte di diete ferree e estetiste. Dall’altro l’immagine che abbiamo del nostro corpo è strettamente collegata al giudizio globale che diamo di noi stessi. Sentirsi brutti significa spesso soprattutto essere convinti di essere socialmente inadeguati, timidi, "imbranati", di non meritare di essere amati o desiderati, di valere poco.

In effetti, a ben vedere la bellezza fisica ha poco a che fare con la capacità di piacere o di sedurre un’altra persona. Si può essere molto ammirati, ma avere poi una vita sessuale e sentimentale estremamente povera, mentre persone non particolarmente "carine" possono risultare estramemente attraenti e mietere successi.

Quindi credo che la prima convinzione da mettere in crisi sia quella secondo la quale essendo "brutti" si è destinati a vivere male, nella solitudine e nella mancanza di affetti. La seconda è quella che vede nella bellezza fisica un pass-partout per la felicità. Indubbiamente essere belli può essere di aiuto in certe fasi della propria vita, ma anche questa dote, come tutte le altre, va saputa usare con intelligenza perchè non si tramuti in un’arma a doppio taglio. Infine, poichè il sentirsi brutti è espressione di una scarsa autostima che investe un po’ tutte le caratteristiche, fisiche e psichiche, della propria persona, farsi del bene, allearsi alle proprie ambizioni e ai propri desideri, cercare di diventare un po’ di più la persona che si vorrebbe essere, non per forza nel proprio aspetto fisico, ma soprattutto nel raggiungimento di obiettivi significativi (nelle relazioni, nello studio o nel lavoro, nel raggiungimento di una propria indipendenza) non può che provocare una positiva ristrutturazione della propria immagine che ci apparirà via via sempre più adeguata e piacevole. Forse per questa via non sarà possibile cconvincersi di essere "belli", ma perlomeno la questione dell’aspetto fisico portà passare naturalmente in secondo piano, non influendo più così negativamente sulla nostra vita quotidiana.

di Mirella Sandonnini

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