Non ci saranno i trionfi queer del 2005, con l’asso pigliatutto Brokeback Mountain e la fulminante accoppiata attoriale gay-trans di Capote e Transamerica, ma anche quest’anno gli ambiti Golden Globes che verranno consegnati il 15 gennaio si preannunciano abbastanza omofili.
Considerati una tradizionale anteprima delle possibili candidature agli Oscar (ma attenzione: l’anno scorso il film vincitore, Crash, non era neanche nella cinquina dei migliori lungometraggi), le Coppe del Mondo cinematografico vengono assegnate dalla Hollywood Foreign Press Association formata da giornalisti stranieri di stanza – e residenza – in California, tra cui un manipolo di italiani quali Silvia Bizio, Lorenzo Soria e Alessandra Venezia.
La principale sorpresa di quest’anno è l’esclusione nella rosa dei migliori lungometraggi dell’ottimo film bellico Flags of our Fathers di Clint Eastwood che si deve accontentare della doppia nomination come regista (anche per il ‘gemello’ Letters From Iwo Jima). In testa, con sette segnalazioni, l’autoriale Babel di Alejandro González Iñarritu, tallonato con sei dal ‘gangsta movie’ metropolitano The Departed di Scorsese che sarà probabilmente il front runner agli Oscar.
Curiose le sorprese lesbotrans tra i migliori attori: nella categoria film drammatici spicca la Judi Dench lesbica di Notes On a Scandal (amore travagliato tra professoressa e studente con perfido zampino di collega anziana gelosa) mentre per commedie e musical è entrato nella prestigiosa cinquina il travestito stilista di Kinky Boots Chiwetel Ejiofor scelto anche per il televisivo Tsunami: The Aftermath.
Eclettico e lanciatissimo attore trentaduenne inglese di origini nigeriane…
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Eclettico e lanciatissimo attore trentaduenne inglese di origini nigeriane – nel 2007 lo vedremo in quattro film tra cui American Gangster di Ridley Scott – il massiccio Ejiofor è attualmente nelle sale nel ruolo del terrorista Luke nel trascinante I figli degli uomini. Buone probabilità di vittoria (2 su 5) le ha, nella categoria attori drammatici, il redivivo Leonardo Di Caprio per Blood Diamond e The Departed.
Tra le donne c’è da scommettere sull’impareggiabile Helen Mirren che vanta un invidiabile primato: ben tre nomination per The Queen, Elizabeth I e Prime Suspect: The Final Act. Sarà una dura lotta, invece, tra le attrici drammatiche: Annette Bening, Toni Collette e Meryl Streep affileranno le unghie per altrettanti film filogay, ossia Running With Scissors, Little Miss Sunshine e The Devil Wears Prada mentre Beyonce Knowles per Dreamgirls e Renée Zellweger in Miss Potter restano le outsiders della categoria.
Almodóvar potrebbe interrompere la crudele maledizione che imperversa su Volver con una statuetta per il migliore film straniero (ma il rischio è essere sorpassato nuovamente dal tedesco The Live Of Others che l’ha già battuto agli European Film Awards) e una per l’attrice alla straordinaria Penelope Cruz.
Immancabile la nomination a Desperate Housewives tra le situation comedies – se vincesse sarebbe il terzo anno consecutivo – e alle sue amatissime attrici Marcia Cross e Felicity Huffman.
Gli italiani si possono consolare con le due candidature per The Pursuit of Happyness di Gabriele Muccino (l’attore Will Smith e la canzone originale A Father’s Way) e con la certezza che l’Oscar 2007 alla carriera andrà al nostro Ennio Morricone – 5 nominations andate sempre a vuoto – di cui ricordiamo con piacere un particolare molto queer: tra i circa quattrocento film da lui musicati c’è anche un superclassico gay, l’immortale Il vizietto.
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