Dopo l’attacco ai transgender nelle forze armate l’amministrazione Trump prova a sferrare un nuovo colpo ai diritti civili della comunità LGBT.
Il dipartimento di giustizia americano, guidato dall’omofobo Jeff Sessions, è intervenuto in difesa di un imputato accusato di discriminazione sul posto di lavoro motivata dall’orientamento sessuale. L’uomo avrebbe fatto mobbing su un suo dipendente gay.
Il dipartimento dell’amministrazione Trump ha emanato una nota secondo cui il Civil Rights Act del 1964 non contempla l’orientamento sessuale tra le discriminazioni proibite. Nel testo della legge si parla di “razza, colore della pelle, religione, sesso e nazionalità”.
L’interpretazione estensiva della discriminazione su base sessuale fatta dalla “Equal Employement Opportunity Commission”, arrivando a comprendere anche l’orientamento sessuale tra i possibili casi, non è specificata dalla legge e quindi non sarebbe ammissibile davanti ai tribunali americani.
James Esseks, direttore dell’American Civil Liberties Union, l’associazione per i diritti civili protagonista nella campagna per il matrimonio egualitario, ha dichiarato che non è tra i poteri dell’amministrazione fare queste valutazioni:“È l’ennesimo attacco gratuito sui diritti delle persone LGBT. In questo momento il Dipartimento di Giustizia sta lavorando attivamente per esporre le persone alla discriminazione”.
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Ben gli sta a chi della comunità lgbtq amaricana votò per questo fanatico esaltato. Che sia da monito anche per gli italiani gay che simpatizzano per personaggi politici, specie della destra, che cavalcano le fobie della gente ignorante, bigotta e razzista per avere potere e voti.