Consigliera particolare di Matteo Salvini, quando ancora era ministro degli Interni. Ex sindaca di Cascina nel 2016, roccaforte della sinistra da 70 anni. 48.000 preferenze alle elezioni europee dello scorso maggio, diventando l’europarlamentare della Lega più votata nel centro Italia. E ora, potrebbe candidarsi alla guida della Toscana, uno delle tante regioni che a fine primavera torneranno al voto. E’ Susanna Ceccardi, pupillo di Salvini. Il suo nome verrà presentato agli alleati Silvio Berlusconi di Forza Italia e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, proprio questo fine settimana.
Ma il suo curriculum non si ferma qui, perché da sindaca di Cascina si è fatta notare per aver avviato una guerra contro la comunità LGBT. E non solo. Cascina è un paese di 45mila abitanti alle porte di Pisa, da sempre governata da sindaci di centro-sinistra. Per la prima volta, la Ceccardi è andata al ballottaggio, aggiudicandosi la poltrona del primo cittadino per 101 voti. E proprio qui, si è scagliata contro immigrati, femministe e gay.
Susanna Ceccardi: la sindaca anti-gay che ora punta alla regione
Cosa potrebbe fare una leghista omofoba come Susanna Ceccardi da governatrice della Toscana, una delle regioni più gay-friendly d’Italia?
Un’immaginario preoccupante, pensando a quanto fatto da sindaca di Cascina.
A pochi mesi dalla costituzione della giunta, è stato rivoluzionato lo storico teatro di ricerca, che da anni trattava temi riguardanti le identità di genere, l’immigrazione, i diritti civili e drammaturgia femminile. Silurato poi il direttore artistico, troppo vicino al PD. Censurato in particolare uno spettacolo di drag queen intitolato “DragPennyOpera”, della compagnia Nina’s Drag Queens. Stop a tutto questo: ammessi solo i grandi classici.
Attacco diretto poi alle unioni civili. Nell’agosto 2016, Susanna Ceccardi è stata una di quei sindaci di destra e centro-destra a non voler registrare le unioni civili. Per il suo gesto, è stata denunciata da Gay Center. Non contenta, la sindaca ha poi autorizzato la manifestazione delle Sentinelle in Piedi, che con un libro in mano hanno occupato la piazza centrale, in segno di protesta contro la legge di Monica Cirinnà.
Lasciamo perdere poi l’attacco contro i migranti, limitando gli aiuti ai centri Sprar, mettendo in difficoltà i richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale. E concludiamo tristemente con la sua opinione sulle manifestazioni contro la violenza sulle donne. E’ questo il succo del suo post, pubblicato il 25 novembre 2016, in occasione appunto della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne:
Sinceramente penso che le scarpette rosse, i foulard, le sedie rosse, le marce e le manifestazioni contro la violenza sulle donne servano a poco. Di violenze ne subiamo tutti, ogni giorno. E magari, seppur involontariamente, le compiamo. La violenza è parte dell’uomo (e della donna), è parte della natura. A tutte sarà capitato di conoscere uomini e donne prepotenti, anche sul piano psicologico. La difesa più forte è lavorare su noi stessi, avere stima di sé, non dipendere da nessuno. Altro che scarpette rosse, alle donne vittime di violenza insegnate prima di tutto a non fare le prede.
Integrazione, apertura mentale, inclusione: parole che Susanna Ceccardi sembra non conoscere. Porterà la sua intolleranza in regione Toscana?
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