Siamo in Svezia, precisamente a Birka. Tre anni fa, degli archeologi fanno un curioso ritrovamento: i resti di un guerriero vichingo. La presenza di spade, lance e cavalli, hanno subito fatto pensare a un uomo, ma gli studi sulle ossa hanno confermato che si trattava di una donna. Ed ecco che arriva l’ipotesi. Potrebbe essere un vichingo transgender.
Secondo la cultura vichinga, ora gli esperti si stanno chiedendo se quei resti potrebbero appartenere a un vichingo transgender o comunque gender-fluid. Perché questa ipotesi? Per le regole ferree della cultura vichinga.
Un vichingo transgender o una guerriera contro le regole?
Neil Price, professore di archeologia presso l’Università di Uppsala in Svezia, sta esaminando il caso ed è arrivato a due conclusioni possibili:
Pensiamo che la spiegazione più probabile sia che si trattasse di una donna guerriera, ma ci sono altri modi per leggerlo. Potrebbe essere stato qualcuno che, nei nostri termini, era un uomo trans.
Questa ipotesi prende piede, spiega ancora il professore, poiché si è scoperto che i vichinghi aveva leggi molto severe sul genere.
Ad esempio, ci sono prove che uomini e donne non potevano vestirsi con indumenti che non erano in linea con il sesso assegnato alla nascita. Stessa cosa per il comportamento. Un donna, quindi, non poteva indossare abiti maschili, e viceversa. Allo stesso modo, un uomo non “poteva” essere effeminato.
È proprio considerando questo che la scoperta dal vichingo transgender ha destato tanto interesse. E i ricercatori sono quasi del tutto convinti che si tratterebbe di una persona non binaria.
Qual è la verità su quello scheletro?
Sapere se si trattasse di una vichinga guerriera che aveva infranto le regole o una persona trans, rimarrà per sempre un mistero. Ma a supportare la tesi del professor Price, c’è anche l’accademica Amy Jefford Franks, la quale ha spiegato che è possibilissimo la presenza di un vichingo transgender o queer.
Dopotutto, si hanno testimonianze di personaggi omosessuali e transgender in tutta la storia antica.
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luigi19, tu non ne azzecchi una! Giulio Cesare con tutta probabilità non era un campione di eterosessualità e il legame tra Alessandro il Grande ed Efestione trascendeva dalla mera amicizia. La distorsione dei fatti sulla sessualità dei personaggi storici è avvenuta in particolare nel secolo scorso attraverso la retorica machista del regime fascista, facilitata dalla sfacciata ossessione sessuale del cristianesimo che nei secoli precedenti deteneva il monopolio del sapere. Ricorda che nella lingua latina non esiste nemmeno un termine per definire l'orientamento sessuale. Tutte queste paranoie sono state inculcate nella società da un clero oscurantista e da Mussolini.
Non metto in dubbio un'esperto come Neil Price, ma la verità potrebbe stare nel mezzo: la donna trovata a Birka aveva deciso di intraprendere una vita da guerriera. Nel 971 a Dorostolon in Bulgaria, i Bizantini dopo che sconfissero i Variaghi al servizio del principe di Kiev, scoprirono tra i cadaveri dei guerrieri molte donne. Le donne guerriero non sono mai state leggenda, ma realtà.