È un giorno di festa per Annalisa. Oggi, 5 agosto, la cantante dei record festeggia il compleanno e noi di Gay.it vogliamo celebrarla con le 10 canzoni della sua discografia che meritano di essere riscoperte e riascoltate. E no, in questo elenco non troverete né Bellissima nè Mon Amour, perché l’intento è ripescare quei brani incisi ben prima del travolgente successo che l’ha investita negli ultimi 2 anni. Le chicche da intenditori, insomma.
Se oggi la cantautrice ligure fa scendere in pista decine di migliaia di fan con hit (spesso) tutte da ballare, in passato ‘Nali’ ha esplorato il pop declinandolo in modi sempre diversi come fossero facce di uno stesso prisma. “Invece di questi motivetti dovrebbe fare canzoni che valorizzano la sua voce” si legge spesso nei commenti dei (pochi) detrattori di Annalisa. Dal 2011 in avanti le ha fatte, eccome se le ha fatte, ma non ve le siete filate. Questa è la vostra occasione per redimervi.
Solo (2011) – È la canzone, interamente scritta di suo pugno, con cui Annalisa si è presentata ai provini di Amici e inserita nel disco di debutto intitolato semplicemente Nali (sì, proprio quello con il booklet realizzato nei corridoi della scuola di Canale 5). Un pezzo giocoso nel quale emerge anche quel gusto retrò che tanto l’ha fatta apprezzare in altre occasioni, come quando ha cantato Una zebra a pois aggiudicandosi il banco nel talent show di Maria De Filippi.
Cado giù (2011) – Nel suo primo lavoro discografico è contenuto pure questo brano firmato da Roberto Casalino e Dario Faini, meglio noto come Dardust. Una ballad di quelle da urlare come delle disperate quando, a fine serata, siamo completamente ubriache pensando di toccare le stesse note che raggiunge la Scarrone. D’altronde erano gli anni degli inni da sottone che Alessandra Amoroso aveva riportato in classifica, e per qualche tempo anche ad Annalisa sono state affidate canzoni che seguivano quel filone. Citofonare Questo bellissimo gioco per avere l’esempio lampante.
Ottovolante (2012) – L’amore è un folle saliscendi in grado di portarci a un passo dal cielo e, un attimo dopo, di farci schiantare al suolo. Nali lo canta con un pizzico di ironia in questa traccia inaspettatamente solare in cui – a sorpresa – non si finisce del tutto al tappeto malgrado i problemi di cuore: “Come in mezzo al fango c’è il fiore più bello, un sorriso torna in me”. Insegna anche a noi come si fa, grazie.
Tra due minuti è primavera (2012) – Ne avevo già ampiamente parlato nella playlist dedicata alla primavera, ma non me la sono sentita di escluderla anche da questa classifica. È il brano che le chiederei di cantare a ogni singolo concerto.
Meraviglioso addio (2013) – Un pezzo che fotografa il momento in cui la protagonista riesce a lasciare andare una storia finita e fa entrare di nuovo il sole nella propria vita. Di nuovo, Annalisa, dacci ripetizioni a tal proposito perché poter chiamare “meraviglioso addio” un ex deve essere una soddisfazione impagabile.
La prima volta (2013) – Prima che nei suoi dischi prendesse il totale controllo della scrittura, la nostra popstar ha interpretato pezzi scritti per lei da diverse penne importanti, come quella di Ermal Meta che ha messo il proprio zampino in diverse tracce del terzo disco Non so ballare. È il caso anche de La prima volta, una sorta di ninna nanna in cui con disarmante semplicità e sincerità ci si rende conto di essere alle prese per la prima volta, appunto, con un sentimento che può essere chiamato amore.
Questo amore (2015) – Qui si entra nel campo dei guilty pleasure. Contesto: Splende è il quarto disco in studio di Annalisa, la cui direzione artistica viene affidata a Kekko Silvestre dei Modà. La terra sotto i miei piedi ha tremato non poco, me lo ricordo benissimo. Eppure la nostra eroina anche in veste pop/rock è riuscita nell’impresa di salvare la situazione con dei piccoli miracoli come Questo amore e Se potessi, che vede la partecipazione del cantante reggae Raphael Nkereuwem. È stata un po’ la prova del 9 per me, come ascoltatore: se ti sono stato vicino nella fase Splende, allora mi sono meritato, anni dopo, di finire gloriosamente nel vortice.
Potrei abituarmi (2016) – La lenta, ma inesorabile trasformazione di Annalisa prosegue e nel 2016 si concretizza in un disco, Se avessi un cuore, che la vede flirtare con suoni più internazionali ed elettronici. Non solo: nell’album c’è una collaborazione che se fosse avvenuta qualche anno più tardi avrebbe fatto volare parrucche. Uno dei brani della tracklist, Used to You (presente anche nella versione italiana con il titolo Potrei abituarmi) vede infatti la firma di Dua Lipa, che ai tempi si era già affacciata sulla scena musicale ma non era ancora il fenomeno che sarebbe diventata di lì a poco. Le due si sono incontrate sul serio, come testimonia uno scatto postato allora dalla stessa Annalisa sui social. È tempo per una reunion, quando volete noi siamo pronti.
Dov’è che si va (2018) – Si tratta della traccia che chiude l’album Bye Bye, quello della più marcata svolta stilistica. Dov’è che si va, però, è ancora legato al passato melodico dell’artista. Una ballad che pare costruita per finire di diritto in un sottogenere preciso: quello delle canzoni da esterna di Uomini e donne. Nel pre-chorus sembra di vedere il tamarro di turno che si avvicina sempre di più alla corteggiatrice mentre si coccolano sul divano, le sfiora i capelli, i loro occhi si parlano comunicando pensieri profondissimi (“Aho, mo me te magno” – “Ammazza quanto sei fregno, che aspetti a mettermi la lingua in bocca?”). E finalmente, non appena esplode il ritornello, le loro bocche si incontrano per un’ispezione che nemmeno un primario di otorinolaringoiatria. Provate ad ascoltare il brano in quest’ottica e ditemi se non è vero.
Piove col sole (2020) – Poco prima di diventare la popstar che infrange un record dopo l’altro Annalisa ha dato alle stampe l’album Nuda, che contiene qualche scivolone (su tutti il duetto con J-Ax), ma anche pezzi piuttosto interessanti come Piove col sole. La scrittura è più asciutta rispetto al passato e procede molto per immagini. Ma soprattutto contiene una grande verità: “Ti amo ma voglio più bene al gatto”. Stacce.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.