In occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere, che si celebra oggi, il 25 Novembre, vi presentiamo un nuovissimo cortometraggio, che sta già facendo il giro dei festival LGBT Queer di tutta Italia.
Presentato in anteprima martedì 17 novembre al Florence Queer Festival e online dal 12 dicembre, “Bleeding Love , finanziato dal Programma Europeo Daphne, che ha lo scopo di prevenire e combattere ogni forma di violenza, fisica, sessuale e psicologica, nei confronti dei bambini, dei giovani e delle donne.
Il progetto Daphne riferito alle donne nasce, appunto, per sensibilizzare la comunità europea e internazionale riguardo al tema della violenza domestica, di coppia, nel nostro caso tra donne bisessuali, lesbiche o transessuali. Il progetto Bleeding Love, a cui partecipa per l’Italia la Rete Lenford (assistenza legale e avvocatura diritti LGBTQI), sarà ultimato nel febbraio 2016 e coinvolge 8 giurisdizioni europee differenti: Italia, UK, Croazia, Bulgaria, Ungheria, Lithuania, Belgio, Portogallo.
Se raccontare una relazione violenta in dodici minuti è un impresa particolarmente ardua, che rischia di mostrare cose “banali”, raccontare la relazione violenta tra due donne, presenta ancor maggiore difficoltà, perché la società non si aspetta dalle donne manifestazioni di forza brutali o troppo pericolose.
Per questo motivo prima delle riprese, le registe hanno deciso di raccogliere in una una serie di testimonianze anonime provenienti da tutta Italia, formando una sorta di “Primo archivio italiano sulla violenza nelle coppie lesbiche”, non essendovi ancora materiale di studio consultabile su questo tema nel nostro Paese, #ahinoi. Da questi racconti, le due hanno potuto apprendere, tra l’altro, che spesso i tentativi di denuncia di questo tipo di violenza cadono nel vuoto, tra la superficialità e l’incredulità di chi dovrebbe essere deputato all’ascolto.
The Second Closet rappresenta in ogni caso un tentativo nostrano di rottura con ciò che la società ancora si aspetta e pensa delle donne, con lo stereotipo che vuole la donna “debole o vittima”, ma soprattutto contro l’idea che la violenza fisica sia l’unica violenza da poter denunciare, senza prendere in considerazione con altrettanta serietà le altre forme di violenza, come quelle psicologica o economica.
In una coppia di lesbica, come gay, un altro aspetto che il film sembra non sottovalutare può essere legato ai ruoli. Se in una coppia eterosessuale è spesso molto facile attribuire e accettare ruoli, compiti, punti di forza o debolezza, in una coppia omosessuale non lo è altrettanto, essendo dello stesso sesso, e questo è a nostro avviso un aspetto principalmente positivo. D’altro canto però, quanto detto può essere causa di competizione e invidia, quando una delle due ha senso d’inferiorità nei confronti dell’altra, ovvero in coppie che già hanno un’impostazione poco genuina. In tali casi, anche questo può causare violenza, psicologica e/o fisica.
The Second Closet – trailer from Lab 80 film on Vimeo.
Per questo The Second Closet prova a raccontare la violenza tra le due protagoniste Miki (Stefania Minghini Azzarello) e Anne (Nicole Guerzoni) attraverso un crescendo di controllo, ricatti e competizione, una guerra di piccoli gesti e il silenzio, in cui Miki prova a decidere se proseguire o meno, una storia d’amore tanto profonda quanto malsana. Miki si trova, infatti, al confine tra un’idealizzante nostalgia del loro amore e la necessità di liberarsi da una relazione piena di violenze fisiche e psicologiche, che è diventata come una prigione.
Vi consigliamo di vederlo, preferibilmente a una delle prossime proiezioni durante uno dei fantastici festival LGBT queer sparsi per la penisola… le registe stanno infatti preparando un tour di presentazioni grazie all’appoggio di partner moral*, Arcilesbica Nazionale e della Rete Nazionale dei Centri Antiviolenza D.i.Re.
Buona visione!
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.